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Problemi con la vita
scritto da un filo che vuole restare anonimo il 01/07/2019 alle 00:48 in pensieri
Alla fine ho scelto questo titolo perchè mi piaceva.
Quando ho iniziato la prima elementare non parlavo. Non riuscivo a parlare. Non sapevo che il mio problema si chiamasse "ansia". Sapevo solo che quando ero in mezzo alle persone mi sentivo morire e sentivo il cuore battermi all'impazzata e non sapevo perché. Non dipendeva da me. Mia madre sembrava delusa da me e io mi sentivo in colpa per ciò che stavo provando. Tante volte mi hanno chiesto cosa avessi. Io non lo sapevo.
La psicologa da cui andavo mi sgridava per questo motivo e io mi sentivo ancora peggio. Peccato che non sapessi di dover avere a che fare in futuro con psicologi ancora più incapaci.
Un giorno a scuola mi misi a parlare tranquillamente. Così, dal nulla.. per tutti ero finalmente guarita, ma in realtà il batticuore e quella sensazione erano rimasti ancora, solo che pensavo fossero parte di me.
Gli anni sono passati e nel frattempo ho finto di vivere come tutti i bambini, nonostante alle medie mi prendessero in giro. Poi ho iniziato le superiori. Quando avevo 14 anni mi piaceva un ragazzo, ma lui mi ha rifiutato e ho provato un'emozione così intensa che non saprei spiegarla. Quel giorno mi sono fatta del male e mi sono sentita meglio. Ne avevo bisogno, le mie emozioni erano troppo grandi, e io non ero abbastanza bella e quindi nella mia testa meritavo di essere punita. Non riuscivo a vivere con quel senso di colpa e quella sensazione di vergogna per me stessa, senza prendere "provvedimenti". Era una cosa stupida, era solo una stupida cotta. Ci sono miliardi di ragazzini al mondo, perché farsi del male per uno? E poi ci sono problemi più importanti.
Non lo so, ed è per questo che non ne ho parlato con nessuno: per non sentirmi dire questa frase.
Quell'anno mi venne il primo attacco di ansia: tutto il corpo mi formicolava e non sentivo più al tatto e la vista mi si era annebbiata. Pensavo che avessi qualche problema di salute.
I mesi passano, e nonostante non vedessi più quel ragazzo, continuavo ad autolesionarmi. Più lo facevo, e più ne sentivo l'impulso. Finché ad un certo punto fu quell'impulso a controllare me.
Forse il problema non era quel ragazzo, ma era tutto. Mi odiavo sempre di più, mi vedevo brutta, non vedevo l'ora di poter compiere 18 anni e rifarmi il naso. Avevo ideato un piano per dimagrire il mio viso, perché lo vedevo grosso. Ero ossessionata dall'aspetto fisico.
Non sono mai riuscita a distinguere bene le emozioni che provavo, la chiamavo solo "apatia". Per me vivevo solo in una costante apatia in allerta. Non sapevo se fosse tristezza, ansia, emozione, paura. Sapevo solo di stare male, e calmavo tutto facendomi male. Mi sentivo esattamente come quando piangi e ti senti sfogato.
Avevo assimilato il concetto sbagliato su come fosse giusto sfogare le emozioni e il mio corpo si abituava sempre di più.
Ho continuato per due anni, con pause di alcuni mesi. Più il tempo passava, più l'ansia aumentava. Ogni giorno mi svegliavo con il costante terrore che accadesse qualcosa di brutto e io dovevo stare attenta, io pensavo pensavo pensavo e mi concentravo su una paura, forse inesistente. Poi un giorno mi sono fatta più male del solito e sono svenuta. Da lì ho avuto la risposta che cercavo da 10 anni: disturbo ansioso depressivo.
Non mi faccio più male da tanto tanto tempo. Un paio di mesi fa stavo così male da esserci ricaduta, ma il mio corpo e la mia mente fortunatamente non erano più abituati a sfogare il dolore in quel modo, e mi ha fatto un male assurdo. Non mi ha aiutato per niente, sentivo che era diventato un atteggiamento anormale e un po' ero risollevata, perché voleva dire che stavo guarendo.
È stato davvero brutto ragazzi. Sembra una cosa stupida, molte volte su questo argomento ho sentito dire "non ha senso, si fa solo per attirare l'attenzione, è impossibile sentirsi meglio facendosi del male". So che sembra assurdo pensare che un atto del genere possa essere usato come mezzo di sfogo, ma a volte è così. E io inizialmente, quando la mia famiglia venne a sapere di tutto e mi aiutarono ad uscirne, ho passato dei momenti difficili. Stavo male, mi sentivo vuota e senza emozioni, sentivo il bisogno di farmi del male. Era come se la mia pelle mi chiamasse. Ero sotto il controllo di quello strano bisogno, ero sotto il controllo di un mostro apparentemente più grande di me. Mi sentivo come in astinenza. Ma la soluzione è stata distrarmi, ed è stato in quel momento che ho capito di non essere capitata nella famiglia sbagliata, ma per niente. Mia madre mi ha trasmesso lo stesso coraggio che ha avuto lei e mio fratello ha saputo darmi la comprensione di cui avevo bisogno, perché anche lui c'era passato. Forse l'ansia nella nostra famiglia è genetica.
Non tutti sono aperti a questi discorsi e altri genitori o fratelli mi avrebbero detto che sono viziata, che ho un tetto sopra la testa e del pane ogni giorno e quindi non devo stare male per queste sciocchezze. Le poche persone con cui mi sono confidata hanno detto la stessa cosa. Mi hanno detto "ma non pensarci, l'ansia la crei tu". In realtà non è così, e comprendo queste persone, ma ci dovrebbe essere più apertura mentale. Questi tipi di problemi esistono e non sono solo vizi di adolescenti un po' tristi, altrimenti gli psicologi non esisterebbero. E l'unica cosa che fino a quel momento mi era sembrata sbagliata, si era rivelata in realtà l'unica giusta: la mia famiglia mi ha compreso come mai mi sarei aspettata.
Ora non va tutto bene, anzi, anche mentre sto scrivendo questo post provo molta ansia. Ogni mattina mi sveglio e mi sembra di vedere il nulla assoluto. Non ci capisco più niente. Non so che senso ha tutto questo. Non ha senso. Però comunque non è niente di così invalidante: quando sono fuori casa non ci penso e sto bene.
A volte sono scoppiata a piangere senza alcun motivo e non riuscivo a spiegare che mi sentivo letteralmente distaccata da me stessa e dal mondo a causa dell'ansia, a volte mi sono venuti attacchi di ansia in pubblico e sarei voluta sprofondare. Tante volte ho dovuto dare buca a qualche mio amico perché avevo troppa paura di affrontare una situazione, e preferivo evitarla. Ma ognuno ha i suoi problemi e il mio è questo. Ne ho parlato sia perché stasera provavo la stessa tristezza di cui ho appena parlato, nonostante fosse da tanto che non la sentivo più, e sia perché ho pensato che qualcuno che ha avuto o sta avendo questo tipo di problemi potrà sentirsi capito o meno solo. È importante parlare e non tenersi mai le cose dentro: bisogna chiedere aiuto, quando ne abbiamo bisogno.
Una storia che mi piacerebbe raccontare
scritto da Salvatore il 26/06/2019 alle 18:41 in amicizia, amore e famiglia
Morale della favola: La cattiveria sempre ci avvelena, e anche quando sembra giustificata in realtà non lo è mai!
"Non si può fare il male nemmeno per ottenere il bene" -Don Nereo
Ciao a tutti! Sono Salvatore e questa è una piccola storia che ho scritto basandomi su un'altra che avevo letto tempo fa, spero vi sia piaciuta!
per averla letta!
Eccomi
scritto da kia2004 il 04/06/2019 alle 22:25 in pensieri
Sono tornata dopo un bel pò che non tornavo e volevo aggiornarvi su un pò di cose che mi sono successe.
Per prima cosa sono alle superiori,cioè in realtà ho già finito l'anno ma shh
Non pensavo fossero così sinceramente.
Non sono mai stata una che studia molto e infatti alle superiori diciamo che L'ho sentita molto questa cosa.
La classe tutto sommato è bella anche se ogni tanto il litigio scappa eheh
Avrò sicuramente due debiti ma sinceramente di questo preferisco non parlarne ecco
Volevo parlare soprattutto di un periodo che ancora sto cercando di superare. L'anoressia.
Circa 10 mesi fa al mare mi ero promessa di mettermi del tutto in costume solo dopo aver perso almeno una decina di kili.
Quindi insomma niente costume l'estate scorsa...Ma dato che non sapevo controllarmi magari un giorno mangiavo davvero poco e il giorno dopo tornavo a mangiare schifezze.
Quindi i kili persi in quel periodo lì saranno stati massimo due.
Inizio le superiori,nessuno mi ha dato della cicciona o robe del genere, ma comunque nella mia testa è scattato qualcosa che mi ha tenuto la testa impegnata con il cibo ogni secondo di ogni giornata. Mangiavo si e no 400 calorie al giorno e facevo tanto sport,ero sempre più pallida e i miei sempre più preoccupati,dicevano che dimagrivo a vista d'occhio ma io non so come mai non lo vedevo. Persi circa 7 kili ma poi piano piano tornai a mangiare "normalmente (che è nelle virgolette perché a me non piace nulla) piano piano riprendo quasi tutti i kili persi.
Su un social avevo aperto una page dove parlavo di questo con altre ragazze come me,mi sfogati ecc ealla fine non stavo male
Poi arriviamo a un paio di mesi fa.
Tornano tutti quei pensieri. Camminate su Camminate,corse su corse,allenamenti su allenamenti ,persi altri 6 kili,poi altri 3 poi altri 2. Un giorno avevo i campionati regionali scolastici di basket allora sono andata li con la mia squadra della Scuola e dopo la terza partita mi sono ritrovata in ospedale..ero svenuta.
Mi dissero di mangiare di più e mi lasciarono andare a casa che dall'ospedale di quella città era lontana.
Non ascoltai i medici. Svenni ancora,a scuola sta volta. Ho perso altri 5 kili.
Ora tutti mi chiedono se sono a dieta, notano che ho perso peso ma ancora io non lo noto...
Ogni tanto ci penso,non posso rovinarmi l'estate non posso pensare sempre a non mangiare e non godermi le feste con il cibo. Piano piano sento che sto migliorando ma so che ci vorrà ancora molto..
Scusate per il poema ma era da un Po che non mi facevo sentire ecco,e scusate per l'italiano che sicuramente è sbagliato
-marty-
Qual'è il vostro colore preferito?
scritto da Cla il 23/03/2019 alle 18:48 in varie
PS: RISPONDETE IN TANTISSIMIII
Auguri mamma
scritto da CaGnoLoSha il 19/03/2019 alle 14:34 in amicizia, amore e famiglia
ti chiedo scusa, perché in questo momento che stai dormendo mentre io ho l'impressione di star dormendo ormai da troppo tempo pur essendo sveglia, mi rendo conto che oggi non ti ho capita per niente mentre tu ti sei sforzata molto più di quanto potessi per capirmi e di certo anche più di quanto mi sia sforzata io stessa per capirmi. Volevo chiederti scusa perché pensavo che i brutti momenti fossero finiti e invece, forse, non erano neanche iniziati; volevo chiederti scusa, non per non essere una figlia perfetta, ma per non essere una figlia normale; ti chiedo scusa per essere una figlia che a volte si sente annegare dai ricordi così tanto da dimenticare chi è; ma almeno non dimentico mai chi sei tu e questo non accade perché sei mia madre, non accade perché mi hai messo al mondo; ma perché sei la donna che mi ha salvato innumerevoli volte da quel mondo che sembrava volesse divorarmi mostrandomi che, in realtà, a divorarmi era il mio mondo interiore. Tu mi hai salvata da me stessa anche in tutti quei momenti in cui avevo l'illusione di essere io a star salvando te, nella mia innocenza di bambina. Forse infondo ci siamo salvate entrambe e seppur brutto, terrò per sempre salvato nel mio cuore quel passato che sembrerebbe essere solo un ricordo lontano ma che, purtroppo, continua a vivere in me. Non ti ringrazierò mai abbastanza e ti chiedo scusa perché non puoi fare altrettanto con me. Ti dico grazie perché ci sei sempre stata e anche quando non ci sei stata affatto perché anche tu hai i tuoi difetti e le tue distrazioni, hai continuato lo stesso ad amarmi, e quell'amore è continuato ad arrivarmi riuscendo anche a guarirmi.
Auguri a te mamma, che mi hai fatto anche da papà!
Bau!
Tanto anche se perdo non mi perdo niente
scritto da un filo che vuole restare anonimo il 08/02/2019 alle 19:15 in pensieri
Questa volta, il mare, ce l'ho per davvero
E non affondo più nella profondità di quelle onde che ad ogni sguardo s'innalzano sempre di più
Questa volta, quello sguardo, mi fa da salvagente.
Questa volta non credo più in niente.
Cammino spaesata tra la gente non spaesata, spostata dai dolori e sposata dalla vita, pestata dall'acqua leggiadra che a me pesta il viso,
mentre faccio un sorriso
E alla gola ho un nodo strettissimo
E nelle mani ho delle forbici
E nei miei occhi si intravede il riflesso di un riflesso sframmentato allo specchio
Il vostro mondo è pieno di stelle e di pianeti così diversi tra di loro e così diversi da me da aver paura di avvicinarmici
Il vostro sole è così diverso che, se lo toccassi, avrei paura di bruciarmi
Eppure lo rincorro così tanto quel sole
Tu sei diverso da me
Forse è più una giustificazione per non affrontare il senso di colpa
E allo stesso tempo mentre rimango catturata dalla bellezza di un tramonto penso che forse dovrei vivere per davvero e smetterla di vivere così, che tanto non mi perdo niente anche se tentando di vincere perdo davvero
A volte mi proietto negli altri e non vedo niente
Volevo solo essere amata
Sì, questa l'ho già sentita
A volte gli altri non vedono niente in me
Forse perché non c'è niente
E mi chiedo ma perché non mi chiedi di più?
Non ti interessa entrare nel mio mondo? Sapere che cos'ho? Non ti interessa sapere quali sono i pensieri più profondi che mi trascinano sempre verso il fondo facendomi preoccupare di non poter più risalire a galla? Non ti interessa, davvero, sapere come sto?
Ti interessa essere amici ma non ti interessa essermi amico?
Non mi serve a niente sentirmi dire quanto io sia fantastica
Io ho bisogno di un manuale d'istruzioni per la vita
E mi sento abbandonata
Come faccio
Qual è il senso di tutto
Stavo male ma mi sono scordata perché
Tanto non mi perdo niente anche se tentando di vincere perdo davvero
Dipende da te
scritto da CaGnoLoSha il 04/02/2019 alle 21:42 in pensieri
L'anno scorso mi mettevo a piangere in continuazione. È stato proprio quando credevo che il peggio fosse finito, che è iniziato il vero inferno.
Ma in realtà, è stata colpa mia. L'ho deciso io.
Oggi per un attimo mi sono sentita abbandonata. Mi sono sentita abbandonata dal resto del mondo, come se per un momento fossimo stati un tutt'uno indissolubile e l'attimo dopo io fossi entrata in una sorta di dimensione apparte, che non c'entrava nulla.
Il cuore ha iniziato a battermi forte e quasi lo sentivo nelle orecchie. Stavo per piangere, proprio come adesso, e avevo paura.
Ma è da troppo tempo che sto soffrendo inutilmente, solo perché non ho il coraggio di essere felice.
Le emozioni non si possono controllare, ma si possono vivere.
E la vita non si può controllare, ma si può vivere.
E il modo in cui la viviamo, dipende solo da noi.
Dipende da me, è vero. Dirlo fa uno strano effetto. Domani mi alzerò e prenderò il mondo in mano senza aspettare che prima mi schiacci.
Domani mi alzerò.
Bau!
Un consiglio
scritto da DolceCuore il 29/01/2019 alle 02:06 in pensieri
Di fronte alle ingiustizie, non chiudiamo gli occhi. Apriamoli, spalanchiamoli.
Di fronte a scene inaccettabili e azioni indicibilmente violente, non voltiamoci tacendo. Parliamone, chiediamo aiuto, urliamo.
Di fronte al dolore altrui, non mostriamoci freddi e egocentrici. Corriamo incontro all'altro, abbracciamolo se vuole, confortiamolo, offriamogli una spalla su cui piangere, un caldo sorriso, una parola di speranza.
Di fronte al nostro dolore, abbandoniamo il fuorviante pensiero che ci spinge sempre più a fare una vera e propria classifica tra le varie sofferenze esistenti nel mondo. Non esiste una gerarchia di dolori. L'abbiamo creata noi, ma è una pura chimera che non può che distruggerci a poco a poco. È deleteria.
Dobbiamo avere il coraggio di chiedere aiuto, se ne abbiamo bisogno, così come dobbiamo avere il coraggio di aiutare l'altro, se ne ha bisogno.
Per favore, smettiamola di tentare di seppellire nel lancinante silenzio il dolore - sia il nostro che quello altrui. Apriamo gli occhi: siamo tutti sulla stessa barca. Ciò che ci accomuna è la sofferenza. Perché tentare di nasconderlo? Sì, tutti soffriamo e tutti abbiamo il diritto di chiedere aiuto e di essere aiutati.
Quindi - e concludo qui perché probabilmente questi miei pensieri non hanno alcun senso - apriamo gli occhi. E con essi anche il cuore. Apriamoli a noi e agli altri.
Per favore, non esitiamo ad aiutare l'altro, non esitiamo ad essere l'ancora di salvezza altrui, la luce nella fitta oscurità della vita.
Doniamoci agli altri.
E smettiamola di essere ciechi.
Emozioni
scritto da chiarettah il 27/01/2019 alle 08:50 in pensieri
Mi dicevo sempre che era così facile arrivare alla soluzione logica, senza farsi troppi problemi e paranoie su come "si sentiva l'altro" o su come "mi sentivo io".
Perfetto, prendete tutto ciò che ho scritto e dimenticatevelo.
Nel corso di questo anno ho capito quanto in realtà siano importanti le emozioni nella mia vita e nella vita di tutti.
Ho passato buona parte della mia adolescenza cercando di reprimere qualsiasi emozione, perché le consideravo come un ostacolo alla ragione. In realtà, erano più presenti di prima. Mentre la mia convinzione affermava di essere perfettamente controllata, i miei sentimenti gridavano a squarciagola "Facci uscire!!! Non abbiamo fatto nulla!!! Siamo parte di te!!!".
Ho continuato ufficialmente a negare e a rinnegare, però le mie azioni tradivano le mie parole. Ad esempio quando, durante una discussione, sentivo un'intensa rabbia, ma al tempo stesso il desiderio di armonia con la persona che avevo di fronte. Oppure quando mi ritrovavo (capita ancora oggi) a dare supporto emotivo ai miei amici, mentre affermava costantemente "io? Supporto emotivo? Ma che dici?". Ancora, quando una persona mi diceva "tu non sei mia amica" e io cercavo di nascondere tutto il mio dispiacere con un'espressione fredda e distaccata.
Dopo tutti questi atteggiamenti così contraddittori, mi sono ritrovata a dover riflettere su me stessa e sul modo in cui vedevo e vivevo le cose. Mi ero resa conto, dopo molto tempo, che per molto tempo mi sono autoimposta un atteggiamento che, in realtà, aveva solo lo scopo di proteggermi dagli altri e dalle loro cattiverie. L'ho dovuto fare dopo tanti avvenimenti negativi che mi avevano prosciugato, dopo un'infanzia costellata da tanti "Sei troppo sensibile, così non andrai da nessuna parte". Anche questo era contradditorio con la versione ufficiale del "Le emozioni? No grazie".
Avrei preferito ricevere dieci schiaffi che arrivare a tutto questo, perché non mi sono mai sentita così stupida. Autoimporsi un atteggiamento simile per farmi ancora del male? Eppure è possibile, farsi del male non è così difficile.
Penso che il mio essere sia come diviso in due parti: una più logica e razionale e l'altra più sensibile ed emotiva. Per troppo tempo ho ignorato la seconda, cercando di trasformarmi completamente nella prima: il risultato è quello che avete letto. Ho poi capito che l'una non può esistere senza l'altra, pena la completa dissoluzione di me stessa.
Ragione e sentimento sono parte di me e parte di tutti noi.
Dopo questo sproloquio, torno a perdermi nelle pagine di Anna Karenina.
Un abbraccio a tutti voi,
Chiara
una 15enne strana
scritto da un filo che vuole restare anonimo il 24/01/2019 alle 19:29 in pensieri
tipo il fatto che fingi di essere normale
Tipo il fatto che sei diverso, che sei te stesso
che pensi sempre a ciò che hai e non a ciò che hai perso
Ma parlando seriamente, vedo qualcosa di speciale in te
Tipo che guardi la vita in modo diverso rispetto agli altri e ai loro pianti
Tipo che non eviti di andare ai party e di fare pazzie se parti ma nemmeno di non pensare all'assurdità di questi scarti
Ed è per questo che è impossibile non amarti.
Vedo qualcosa di speciale in te
Vorrei catturarlo, trascinarlo, prenderlo con mano e mostrarlo a tutto il mondo quanto è strano e quanto è bello
E continuo a dire quanto è bello
Ma non riesco a spiegare perché
Sei semplicemente buono,
Senza un briciolo di moralismo;
Sei semplicemente te.
Sto respirando
scritto da CaGnoLoSha il 09/01/2019 alle 20:00 in pensieri
Poco fa mi sono emozionata per il semplice fatto di star respirando. Cioè, io durante il giorno penso ad un sacco di cose e mi faccio un sacco di paranoie sul futuro quando non mi rendo conto di star facendo una cosa incredibile: respiro
Come quando i pesci sott'acqua vivono grazie all'acqua, noi respiriamo tantissima aria. È come se per vivere dovessimo bere un sacco di acqua (e infatti è anche così).
So che è strano, ma sentire di star vivendo grazie all'aria è impressionante. Senza l'aria non vivremmo più.
Noi ora viviamo perché respiriamo, altrimenti non ci saremmo.
Quindi respiriamo ogni secondo della nostra vita!
Bene ho finito. Ciao
Bau!
Ye domani è il mio compleanno
scritto da CaGnoLoSha il 29/12/2018 alle 19:20 in varie
Quando avevo 7 anni pensavo che arrivata a 17 anni sarei diventata quasi adulta, ma in realtà mi sento ancora piccolissima. Ma non lo dico per scherzo, interiormente sono ancora un sacco piccola. Mi sento come se avessi ancora 16 anni, e in effetti ora li ho. Non so se domani mi sentirò di averne 17. Insomma, quando ti chiedono quanti anni hai e tu dici:"17", si aspettano di trovare una ragazza che sembri più grande di me. Io non so se riuscirò a ricordarmi di avere 17 anni e di non averne più 16.
Ogni compleanno per me è bellissimo, amo soprattutto il giorno in cui sono nata: 30 dicembre. È particolare e mi piace un sacco da quando sono più piccola.
Nonostante non mi piaccia crescere, io amo il mio compleanno. Non potrei desiderare di essere nata un altro giorno; è una delle cose che più amo della mia vita.
La mia vita è stata molto deprimente. Mi sono sempre odiata perché non mi sentivo amata e mi sono sempre sentita molto brutta. Poi ho scoperto di essere davvero brutta, poi mi odiavo, e blablabla. A volte ho paura che per tutta questa negatività mi possa venire qualche malattia fisica o mentale. Pensavo che a 17 anni avrei risolto i miei problemi interiori.. in realtà sono aumentati.
Ma ho imparato ad essere più positiva!
La felicità non arriverà tra un anno o due. La felicità può esserci ora solo se la vogliamo davvero.
Beh ovviamente se ti sta crollando la casa addosso non può esserci felicità, ma è molto raro che avvenga
Ciò che mi rende felice è il mare. È la consapevolezza che ogni momento è unico ed irripetibile.
La vita è bella davvero
A volte penso che mi serva un manuale di istruzioni per vivere la vita perché spesso mi dimentico come si fa. Da piccola non sapevo bisognasse per forza socializzare con le persone, poi me lo hanno insegnato.
Quando avevo 14 anni sono rimasta traumatizzata perché mi piaceva un ragazzo che non mi voleva, e mi sono odiata ancora di più. Comunque è un'esperienza troppo divertente da ricordare.
Mi chiamo cagnolosha perché amo i cani, e tutt'ora ne ho 5. In questi 2-3 anni mi sono resa conto che anche i cani hanno una loro personalità, con i loro pregi e difetti. Questa cosa è inquietante e mi fa capire che i cani non sono tutti dolci e carini, dipende dalla loro personalità. Io rimango scioccata dalla bontà pura: è proprio difficile trovarla, sia nei cani che nelle persone mi spiego meglio:
A volte mi sento una sensitiva (ma non lo sono ) e riesco a sentire chiaramente l'interiorità delle altre persone. Riesco a percepire come sono state ferite, cosa hanno vissuto, com'è la loro personalità. Ad esempio, in qualcuno percepisco che si è sentito abbandonato e si è arrabbiato per questo motivo, perché gli avevano promesso di rimanere e invece se ne sono andati. Così ora è lui ad abbandonare gli altri e ad essere prepotente. Non se ne rende conto, ma io lo sento. Qualcun altro invece è triste, perché si è sentito non accettato anche solo per un istante e anche se prova a nascondere questa ferita mostrandosi in modo opposto, a volte riaffiora in lei. Qualcun altro invece è buono, è buono perché ha sofferto e non vuole che qualcuno soffra come lui. Qualcun altro ancora è buono di natura, non perché ha sofferto, ma perché fa parte della sua natura, e quest'ultima cosa mi sconvolge un po'.
Io sento se negli altri che sembrano così buoni c'è anche solo un minimo di cattiveria: e non è mica colpa loro, anche la cattiveria fa parte della natura. Per me la natura è bellissima e il male è importante tanto quanto il bene (è un ragionamento complicato da fare), ma percepirlo è strano. Credo di essere molto empatica.
È per questo che vorrei fare la psicologa, ma sinceramente un po' non mi va. Io sono deprimente, potrei peggiorare la situazione dei miei pazienti vorrei studiare psicologia però, perché mi interessa un sacco.
Ho trovato.. farò la psicologa dei cani
P.s.: sono in ottima salute mentale anche se da ciò che ho scritto non sembra.
Insomma la morale del discorso è che la mia vita è stata abbastanza deprimente e che domani al mio compleanno spero di non sentirmi male (ossia triste )
Spero di diventare ricca da grande. Ciao
P.s.: lo so che non ha senso ciò che ha scritto ma la sincerità è importante. Siate sempre felici, buona serata e buona ultima sera da 16enne a me che mi sono rovinata i 16 anni
Con affetto,
Cagny.
Bau!
la mia estate
scritto da serenella il 23/10/2018 alle 18:40 in vacanze e gite
Volevamo fare centro commerciale per le lumache, e così fu; dentro c' era: il dottore, la mensa,il museo e il cimitero.
Ma un giorno sfortunato le signore delle pulizie l' anno distrutto.
Un altro giorno abbiamo trovato un cagnolino e abbiamo preso l' umore giusto!!!
Raccontino: un cucciolo del bosco
scritto da IlariaD il 09/10/2018 alle 17:24 in animali e natura
Un giorno il cucciolo scappò via di casa e la vecchietta fu molto disperata non sapeva che fare.
Il cucciolo era troppo distratto da non notare di non essere più in casa, ma, quando si fermò si guardò intorno e finalmente si accorse di non essere più in casa, e piano piano venne la notte e camminando e camminando trovo una caverna ne troppo grande ne troppo piccola.
Passo la notte e il cucciolo si addormentò. Il mattino dopo il cucciolo vide un albero di mele, e quando lo vide fu tanto felice anche se voleva qualcos’altro: come dei biscottini e dell’ acqua fresca.
Torniamo dalla vecchietta. Era disperata aveva chiamato poliziotti e carabinieri e persino i vigili del fuoco, non sapeva più che fare allora prese la sedia a rotelle e chiamò la sua aiutante (amica) e si misero in cammino.
Il cane invece camminando camminando trovò delle tracce e trovò un animale (cane) ferito, allora cercò di aiutarlo. Gli portò le mele l’acqua e piano piano lo portò nella grotta che aveva trovato. Il cane guarì pian piano.
La vecchietta girò il bosco e pian piano li trovò e vide che c’era un altro cane e così l’amica di Elisa prese i due guinzagli (perché se avessero trovato un altro animale lo avrebbe curato e tenuto per la vecchietta) e li portò a casa e i cuccioli crebbero e scoprirono che il cane stava benissimo si era solo graffiato nell’ orecchio e nella zampa.
novità
scritto da asia04 il 21/08/2018 alle 17:56 in scuola
voi avete mai viaggiato? se si, dove? quale posto vi è piacuito di più?
le persone giuste sono quelle che ti colorano la giornata prima che lo faccia il cielo
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