La posta del cuore

Domanda

#2888 Il 13/01/2018 Boh di 15 anni ha scritto:
Domanda privata

La mia risposta:

Carissima,
ho letto la tua lettera dall'inizio alla fine tutta d'un fiato e adesso di getto ti rispondo sperando di trovare le parole giuste.

Innanzitutto piacere, io mi chiamo Veronica e da oggi quando avrai bisogno di sfogarti o di parlare con qualcuno potrai contare su di me. So che hai scritto pensando che ti rispondesse Zia Cris, ma al momento lei non può occuparsi della rubrica. Sperando in un suo ritorno, mi auguro intanto di poterla sostituire dignitosamente.

Sai, quello che tu stai provando in questo periodo è un sentimento che accumuna tutti gli esseri umani compresa me. E' quella sensazione di sentirsi soli, un po' persi... di aver bisogno di amare qualcuno e di essere amati. In fondo da sempre l'uomo ricerca l'amore in tutte le sue sfaccettature proprio per colmare questo enorme vuoto esistenziale. Forse è proprio per questo motivo che dalla notte dei tempi l'uomo ha avuto bisogno della musica. In fondo se ci pensi ognuno di noi ascolta un particolare genere musicale, quello che più riesce a comunicare con la nostra anima, a parlarle, a consolarla, a farla sorridere e a farle sentire che non è sola. La musica come l'amore riesce a colmare quella sensazione di vuoto e inquietudine.

L'uomo è fondamentalmente un essere sociale, ha bisogno di una comunità, di stare con i propri simili e in essi trovare un appoggio e conforto. E' normale che tu abbia bisogno di fidarti di qualcuno, di avere un contatto umano... Siamo degli esseri - per fortuna o sfortuna - evoluti e come tali proviamo sensazioni talvolta così forti e immense da non riuscire a controllarle. Spesso ci perdiamo in pensieri che ci sfuggono di mano e ci torturiamo con domande a cui non sappiamo rispondere. Tutto ciò ci appesantisce e quello di cui abbiamo bisogno è di condividerlo con un nostro simile...

Adesso, affrontiamo il discorso di tuo padre. Tu stai soffrendo enormemente per quanto accaduto e non c'è nulla di male nell'ammetterlo. Talvolta bisogna smetterla di essere forti e mostrarci invincibili, ma bisogna saper chiedere aiuto o quanto meno piangere e ammettere che si è addolorati. Io non so cosa abbia fatto tuo padre, so solo che di papà al mondo ce n'è soltanto uno; e per quanto tu cercherai di far ricoprire tale ruolo a qualcun'altro, nel tuo cuore saprai sempre che è solo un inganno...

E' normale che tutto ciò ti abbia cambiato, in fondo è stato tuo padre a deluderti e a farti del male; colui che dovrebbe proteggerti, in realtà ti ha esposto a questo dolore. Adesso pensi che se perfino tuo padre ti ha fatto soffrire, tutti gli altri lo potranno fare; ti senti vulnerabile, vorresti fidarti, affezionarti alle persone ma hai paura. Hai paura perché sai che prima o poi potranno fare dei torti. Così è successo con  tua "sorella"; la tua parte più fragile ha avuto la conferma alle sue paure, vero?

Bene, lascia che ti dica una cosa. E' vero, le persone ti deluderanno, ti feriranno e ti faranno sentire triste. Però tu devi chiederti una cosa: perché si sono comportate così? Volevano farmi davvero del male? Mi hanno ferito volontariamente? Oppure anche loro come me, essendo in fondo umani e quindi imperfetti, talvolta attraversano dei momenti bui e non riflettono sulle loro azioni o peggio perdono il controllo della siutazione?

A questo punto ci sono due strade. Se le persone ci feriscono volontariamente, sono semplicemente esseri umani insensibili e senza empatia e come tali vanno allontanate. Se invece tu sai nel profondo del tuo cuore che quelle persone in realtà dentro di loro hanno del buono e che non si comportano così arbitrariamente, allora piano piano intraprendi la strada del perdono e della comprensione.

Comincia da tuo padre. Non rimanere nella strada del rancore, della delusione, della rabbia, della paura, della diffidenza. Tuo padre ti ama, forse non ti sa amare come tu vorresti e non sa dimostrartelo nel modo giusto; ma i genitori amano sempre i loro figli. Sono sicura che tuo padre non si è comportato così perché voleva vederti soffrire; sono sicura che abbia attraversato e stia attraversando un momento difficile e magari anche lui non sa a chi appoggiarsi, non sa come chiedere aiuto, sta cercando di affrontare tutto da solo e non ce la fa; o magari semplicemente ha smarrito se stesso, i suoi obiettivi e sta sopravvivendo come può. Non ti dico che devi perdonarlo domani, ma ti chiedo domani di odiarlo un po' di meno; di non provare più ribrezzo per lui, ma comprensione, empatia, umanità. Parlagli, comunica con lui, cerca un dialogo. Questo non significa rinunciare al proprio orgoglio. Allontanare la rabbia e la delusione, ti donerà serenità; ti riempirà il cuore di energia positiva, ti sentirai più viva, più leggera. Potrai rinascere. Magari insieme al tuo papà. Io lo sento che sei una bellissima persona. Non fare una colpa a tuo padre per essere stato debole; insegnagli piuttosto a essere migliore. Non siamo solo noi figli a dover imparare dai genitori. Anche questi ultimi hanno da imparare da noi.

Anche per quanto riguarda tua "sorella", che senso ha stare lontane se state entrambe male? Sono sicura che anche lei sta soffrendo, ma come dici tu è troppo orgogliosa per ammetterlo in primis a se stessa. Non ti sto dicendo di prenderti tu la colpa o di scusarti; assolutamente no. Ti sto consigliando di dialogare anche con lei, di cercare un confronto, di parlare. Non perdere questa importante amicizia: te ne pentiresti in futuro. La vita è già tragica e difficile di suo... non complicartela ulteriormente allontanando le persone a cui vuoi bene. Lo so che ti ha fatto soffrire e che si è comportata male, ma ricordati che anche lei come te vive i drammi dell'esistenza. Anche lei sta vivendo l'adolescenza, magari anche lei è in un momento di tristezza e si è lasciata andare a comportamenti infelici. Aiutatevi a vicenda, prendetevi per mano e ricominciate a camminare insieme. Dille chiaramente cosa ti ha ferito e cercate di ricostruire il vostro rapporto su basi nuove. Questo può essere un modo per un nuovo inizio, per solidificare il rapporto mettendo alla base il dialogo e la sincerità.

Carissima... come vedi ho scritto più di te e spero di non averti annoiata. Non è facile dare dei consigli in momenti di sconforto. Però ti posso dire che ti sto scrivendo all'una di notte e anche io in questo momento come te mi sento triste, come se mi mancasse qualcosa e cerco conforto nella musica. Ti dico questo per farti capire che in fondo siamo tutti sulla stessa barca e accumunati dal medesimo destino: provare a vivere.
Tu mi dici che vorresti tanto provare qualcosa, sentirti viva e non sopravvivere... beh sai, in realtà anche quando soffriamo stiamo vivendo. La vita è anche questo e deve essere così altrimenti non conosceremmo la felicità.

Mi farebbe tanto piacere se un giorno ti andasse di confidarmi gli altri problemi che ti affliggono. Io sono qui pronta per ascoltarti senza annoiarmi, anzi...

Vuoi sapere il mio segreto per cercare di vivere bene? Fare tesoro del mio dolore e della mia sofferenza per aiutare gli altri. Sono le persone che soffrono di più quelle più in grado di aiutare il prossimo. Questi periodi di tristezza prima o poi passeranno e ti lasceranno l'empatia cioè la capacità di metterti nei panni dell'altro e di poter aiutarlo semplicemente condividendo il suo dolore perché tu ci sei già passata. Ecco, aiutare gli altri ti fa sentire viva e ti permette di aiutare un po' anche te stessa.

Ti abbraccio...

Fogny

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