Questioni e dubbi religiosi

Domanda

#7 Il 06/09/2011 Fogny di 17 anni ha scritto:
Salve Don Nereo, frequento il liceo classico e per questo motivo ho avuto la fortuna di avvicinarmi allo studio dei classici greci ma non solo. Ho anche scelto di fare l'ora di religione. Così, nolente o volente, non ho potuto fare a meno di osservare e constatare alcune cose.

Leggendo la Bibbia (di cui pur non essendo credente ho imparato ad amare alcuni libri -come il Qoelet- per la finezza con cui sono scritti e per ciò che di buono possono insegnare), ho visto tanti parallelismi con alcuni miti ben noti e con altri meno conosciuti.

Ad esempio l'apologia di socrate, il mito di prometeo, Gilgamesh, il mito di Pandora, Osiride, il mito di Horus e tanti altri... Io, allora, mi chiedo come posso credere nell'autenticità di questo scritto? non sono qui per dire che sono tutte cose inventate, che non c'è niente di vero... ma è chiaro che la Bibbia riprenda miti, leggende che hanno accompagnato dall'antichità generazioni e generazioni di uomini, no?

Insomma... è come l'evoluzione e la fusione di modelli letterali. Vorrei sapere se lei che sicuramente ne sa più di me l'ha mai notato e come se lo spiega...

ps: Un caloroso benvenuto sul Gomitolo! Eravamo tutti molto entusiasti ed eccitati all'idea che sarebbe arrivato a settembre!!! ;)

La mia risposta:

Ciao Fogny, grazie dell'accoglienza e ben trovata. Sai già che le risposte sono brevi e in qualche modo spunto di riflessioni successive. Dunque: anche nel mondo ebraico e nello scrittore sacro c'è un po' di cultura universale e, nel comunicare il suo pensiero, ne fa uso. Al di là di tanti miti, racconti... c'è soprattutto questo che interessa comunicare allo scrittore ebreo: al di sopra e oltre tutto c'è l'unico Dio che crea e governa con amore e cura l'universo e in particolare l'umanità. Es.: Noè non è l'eroe Gilgamesh che si salva dal diluvio, ma un semplice uomo che cerca di essere fedele a Dio; a questo giusto Dio suggerisce il modo di salvarsi dal disastro generale che travolge chi non sa ascoltare la sua voce. Ciao

don Nereo