Questioni e dubbi religiosi

Domanda

#590 Il 19/07/2015 Alessia di 16 anni ha scritto:
Ciao Don Nereo! Le volevo porgere una domanda un pò personale, e ho sempre avuto parecchia curiosità nei riguardi di una risposta da parte di un sacerdote. Io non sono una credente, o almeno non posso definirmi tale, diciamo che sto cercando di capire in cosa credo cercando di non farmi influenzare dai miei genitori cristiani. Veniamo al dunque, vorrei sapere con che coraggio lei ha compiuto la scelta di diventare sacerdote, cioè, nessuno di noi ha la certezza che Dio esista, l'unica cosa certa è che la vita è una sola e si dovrebbe fare il possibile per goderla visto che abbiamo ricevuto questo dono, però lei, come molti altri sacerdoti ha scelto di servire Dio. Non le sarebbe piaciuto fare una vita diversa? E sinceramente, anche composta da peccati piacevoli? E se Dio non esistesse, non sarebbe una scelta sbagliata "sprecare" la sua vita così?
La mia è una semplice curiosità, spero che lei non rimanga deluso da questo mio punto di vista riguardo la scelta del sacerdozio. Ciao!

La mia risposta:

Cara Alessia, sei commovente nella tua schiettezza e apertura a conoscere. Ti dirò in breve che io sono contentissimo della mia scelta; se riesco te ne dirò alcuni motivi.
Per primo credo che esista un Dio buono che mi guida. Non ho nemmeno io la certezza matematica della sua esistenza, ma al di fuori della matematica abbiamo la testa che ci aiuta a capire l'esistenza e il senso di tutto; senza di lui niente avrebbe senso e tanto meno il Caso come origine di ogni esistenza e vita. Ma soprattutto io ho avuto la fortuna (il dono) di conoscere l'ebreo Gesù e il miracolo della sua vita e del suo modo di interpretarla e viverla e insegnarla (vedi i Vangeli) E poi il miracolo della sua Chiesa fatta di poveri peccatori e di grandi santi...
Ma c'è un grande motivo della mia scelta di vita, che si è chiarito e rafforzato nel tempo e che credo valido e forte per credenti e non: non volevo sprecare la mia vita "godendomela" da solo. Dalle prime piccole esperienze in famiglia ho provato che è bello e dà profonda gioia vivere con gli altri e per gli altri, per cui volevo fare il medico missionario... e poi, megli ancora il prete missionario. Sai che cosa ho scoperto? Che la vera profonda felicità è nel vivere per gli altri, come Gesù. Prova e ti sfido a non crederci.
I "peccati piacevoli" possono senz'altro procurare una piacevole e forte emozione, ma mi risulta che non durano a lungo e danno una specie di frustrazione dopo perchè creano chiusura egoistica in sè, un misto di piacere che si trasforma in triste solitudine, al rifletterci dopo. E che spinge al bisogno di ritentare l'esperienza  con un crescendo come una droga. Questa via ho ncostatato personalmente e per esperienza di confessore giovanile porta a tristezza, solitudine interiore, non senso di vita... Solo l'amore donato mi risulta che soddisfi davvero la mia persona. Credo che la stessa esperienza e convinzione sia la base delle scelte di veri preti... e credenti...come Madre Teresa di Calcutta, il tuo parroco, gli animatori giovani della tua parrocchia... Finisco la predica, ma, credimi se puoi, vuole essere una confidenza sincera di amicizia.   Un grande CIAO

don Nereo