Fiabe e racconti

Mezzanotte

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C'era una volta un bambino di nome Leo, a cui il Natale piaceva particolarmente. Era la festa più speciale di sempre, diceva. Suo padre sfornava i biscotti migliori, e l'altro suo papà cantava benissimo tutte le canzoni di Natale quando andavano in macchina a prendere i regali.

Leo viveva con i suoi due papà in un piccolo paese, dove nonostante i suoi genitori andassero d'accordo con tutti, erano sempre visti molto male. Erano due uomini che curavano un figlio, diceva la gente, chissà se lo trattano bene. "La mamma ci vuole" diceva la sua amica Becca, ma Leo rispondeva che papà Andrea e papà Riccardo gli volevano bene, che la sua famiglia era più speciale e quindi Becca era molto invidiosa.

Papà Riccardo stava canticchiando lo stesso motivetto natalizio, quando Leo uscì dalla porta di casa e si diresse da lui in giardino. Voleva chiedere come mai lui non avesse la mamma, perché questa cosa di essere speciale, a volte gli pesava un po' troppo. Ma poi scelse di stare zitto, e aspettare Natale. La vigilia infatti, scrisse una lettera molto lunga.

Caro Babbo Natale,
vorrei per questo grande giorno natalizio, sapere perché non ho una mamma. A scuola la maestra storce sempre il naso quando combino qualche marachella perché secondo me non vuole parlare con i miei papà. Così a nessuno piacciono i miei due papà, dicono che ci vuole la mamma. Però Babbo, io non capisco. I miei genitori mi amano, mi crescono. Papà Andrea mi porta sempre dal medico, papà Riccardo mi cucina sempre i miei biscotti preferiti. A cosa serve una mamma? Cosa fa, che i miei due papà non fanno? Ho visto la mamma di Becca, e fa esattamente le stesse cose dei miei papà. Anzi, a volte papà Andrea mi compra addirittura più giocattoli. Becca è invidiosa di questo, secondo me. Non voglio chiederti una mamma, perché i miei papà sono i migliori del mondo, voglio solo capire a che cosa servirebbe.
Grazie.
Leonardo.

Si addormentò con questi pensieri, ma il giorno dopo ebbe una fantastica sorpresa. Qualche regalo, i suoi biscotti, la sua famiglia. Ma anche una lettera, che lesse papà Riccardo. Leo lo vedeva un po' commosso, così si raggomitolò sulle sue gambe mentre ascoltava.

Caro Leonardo,
come ben sai, tutti nasciamo da una mamma e un papà, ma chi ci cresce ci fa l'enorme dono della vita. Sono sicuro che i tuoi papà siano grandiosi come dici, e sicuramente a loro non manca niente. Non serve una mamma, ad un bambino serve una famiglia serena, una guida per diventare grande. E tu puoi vedere la tua guida in chiunque, non solo nei tuoi genitori. Ma nei tuoi amici, nella famiglia che da grande se vorrai, potrai avere. Prova a parlare con la tua amica Becca, e spiegarle come hai detto a me, che la tua famiglia non ha nulla di strano, e prova a condividere con lei i tuoi giocattoli qualche volta, e ad invitarla a casa. Le insegnerai che l'amore esiste in tante forme diverse ma finché si ama non si sbaglia mai. Ti ho lasciato un personale regalo dentro la piccola scatolina rossa. Saprai cosa farne.
Dentro la scatolina rossa, trovò un braccialetto con delle perline.

"Questo lo darò a Becca, quest'anno" disse, e i genitori si sorrisero.

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