Fiabe e racconti

Pierino angelo elettricista - Sorprese in paradiso

Racconto scritto da don Nereo

Beh, veramente la sorpresa è stata solo per il mio amico angioletto elettricista, un giorno in cui si è fermato in portineria del paradiso con san Pietro. Avvenne che arrivò un brutto ceffo, un poco di buono, secondo l'angioletto che l'aveva conosciuto in vita; e fu accolto con tanta cordialità dal santo portinaio il quale pregò il mio amico di accompagnare il neo arrivato nelle prime sedi, con grande onore.

Poiché l'angioletto manifestò la sua sorpresa a san Pietro, costui gli disse:
«Accompagna il signore e poi torna qui». Al ritorno, san Pietro raccontò:
«Un viandante si fermò a fare uno spuntino su una selletta ventosa, sassosa e arida fra due colline. Mangiò un paio di pesche e buttò a terra i due noccioli e se ne andò. Uno dei due rimase incastrato fra i sassi, l'altro rotolò giù per la collina fino a raggiungere i fertili terreni del piano. Tutti due si schiusero e nacquero due pianticelle di pesco. Quella sul campo fertile e protetto dai venti, dal gelo e da uragani, crebbe bellissima e in una dolce primavera si riempì di fiori e poi di frutti dolci e stupendi. L'altra, sulla collina, faticò moltissimo a crescere, contorta, rugosa e arruffata, sotto la sferza di vento, gelo invernale, arsura estiva, uragani. Riuscì a salvare qualche fiore fino a maturare alcune pesche non tanto belle, ma comunque buone...
Un viandante passò di là e osservò il bel pesco carico di dolci frutti. Staccò una pesca dai rami carichi che pendevano invitanti fin sopra il sentiero e la mangiò con gusto.
Proseguì salendo la collina e si meravigliò moltissimo vedendo un pesco con qualche frutto su quel dosso arido e inospitale. Ci tenne ad arrampicarsi tra i rami per cogliere uno dei rari frutti. Mentre mangiava la pesca, accarezzò quella ruvida e contorta corteccia e si complimentò con l'albero, molto più che con quello della pianura fertile e protetta».

San Pietro tacque e anche il mio amico angioletto. Mentre se ne andava pensieroso e sorridente fu felice di aver accompagnato così in alto quel «poveraccio» che nella sua vita aveva trovato una montagna di difficoltà per crescere e fare un poco di bene. Si ripeteva che a volte merita più stima chi, travolto dal fiume della vita, riesce a mantenersi a galla; più di chi, sulla riva, si gode il sole in poltrona.

Un saluto e una strizzatina d'occhio anche dal mio amico angioletto elettricista.

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