L'angolo della scuola

Domanda

#23167 Il 02/05/2020 Sara di 13 anni ha scritto:
Ciao sono Sara e sto preparando la mia tesina che quest'anno avrò gli esami. va bene questo come argomento di italiano? Grazieeee!!!!
IL VERISMO E GIOVANNI VERGA
N
el periodo Ottocentesco in Europa si vive un momento di pace e di serenità, la borghesia si rafforza socialmente e cresce il numero di operai nelle fabbriche.
In parallelo si diffonde una grande fiducia nella scienza, nel progresso e nelle capacità che sapeva l’uomo, attraverso lo sviluppo della corrente filosofica del Positivismo.
In letteratura nasce la corrente del Realismo. Nacque in Francia e aveva come obbiettivo quello di “fotografare” la vita quotidiana, senza modifiche, per poi riportarla su romanzi e novelle.
In Italia il Realismo si afferma intorno al 1870, attraverso il Naturalismo francese, una corrente nata spontaneamente, che aveva gli stessi princìpi. Per i naturalisti il maggiore interprete fu Èmile Zola (1840-1902). Nel nostro Paese, questo movimento assume il nome di Verismo e l’autore che lo rappresentò maggiormente fu Giovanni Verga.
1840     Nasce Giovanni Carmelo Verga a Catania (*) da una famiglia nobile e liberale.
(*) La data e il luogo di nascita di G. Verga hanno dato luogo a delle polemiche, tre sono le teorie discusse:
Secondo “l’atto di battesimo” e annotazione del padre in un libro di “Canti” tra le carte di famiglia: Giovanni Carmelo Verga nacque a Catania il 2 settembre 1940.
Secondo un’altra tesi, nacque a Vizzini, dove la famiglia aveva delle proprietà in contrada “Tiepidi”, qui, il padre porto la moglie (in attesa di Giovanni, che nacque prematuramente) in seguito alla peste divulgatasi a Catania nell’estate del 1840. Ritornato in città l’avrebbe registrato come nativo a Catania in V. Sant’Anna. MA PERCHÉ A CATANIA?
• Perché la moglie era catanese e le voleva fare un favore
• Per comodità se avrebbe avuto bisogno di una certificazione.
Secondo il documento del padre sembra essere nato a Catania il 2 settembre 1840 MA il 1o marzo 1915, Verga scrive a Benedetto Croce dicendo: “Illustre amico, sono stato al municipio per avere la data precisa che Lei desiderava conoscere: 31 agosto 1840, CT. Io, invece, credevo che fosse il 2 o l’8 settembre dello stesso anno. Eccomi dunque più vecchio di una settimana, ma sempre con grande stima e affetto per Lei.

1858     Si iscrive alla facoltà di Legge a Catania, ma presto la abbandona per dedicarsi alla letteratura.
1860     Allo SBARCO DEI GARIBALDINI decide di arruolarsi nella Guardia Nazionale in favore dell’Unità d’Italia.
1869     Si trasferisce a Firenze, a quei tempi capitale d’Italia, dove frequenta salotti intellettuali e vive una vita mondana.
1872     Decide di trasferirsi a Milano, dove resterà per 20 anni. Qui ha contatti con gli scrittori della Scapigliatura e conosce la narrativa Europea. In questo periodo, a Milano, incontra l’amico Luigi Capuana, che lo mette a conoscenza del Naturalismo francese.
1874     Dopo avere pubblicato la novella Nedda inizia a convertirsi al Verismo.
1881     Pubblica I Malavoglia
1884    Durante un suo viaggio a Parigi conosce gli scrittori appartenenti al Naturalismo francese Edmond De Gancourt ed Émile Zola.
1890     Torna definitivamente a Catania, dove vive nei possedimenti familiari, allontanandosi sempre di più dalla scrittura.
1920     Viene nominato senatore a vita
1922     Muore a Catania.
Verga scrisse moltissime novelle dove esprime al meglio la poetica del Verismo; e le più importanti sono:
• VITA NEI CAMPI (1880); in questa novella Verga ci vuole “descrivere” come si viveva ai suoi tempi: con l’agricoltura. Oggi giorno, quando si vede qualcuno andare in campagna si pensa che quell’uomo non abbia fatto niente durante il corso dei sui studi o che quando le persone studiavano lui andava in giro con la moto sentendosi furbo e scaltro e ora, per sopravvivere, è costretto ad andare in campagna. I personaggi di questa novella non sanno della vita cittadina. La voce narrante crea un contrasto delle vicende narrate descrivendo i personaggi del racconto con sarcasmo e aggressività.
• NOVELLE RUSTICANE (1882); queste novelle raccontano della campagna siciliana, però con uno sfondo amaro e pessimistico, mettendo in primo piano la fame e la miseria. Lo sfondo di queste novelle è basato sull’avere la “ROBA” (*).  Questo sfondo rurale non è idealizzato, ma mette in evidenza gli aspetti positivi e negativi.
• PER LE VIE (1883); i temi sono pressappoco simili a quelli delle novelle rusticane però hanno un’ambientazione cittadina. Verga parla di nuovo della vita in città come ha fatto nei suoi romanzi giovanili però parla della classe povera cittadina e non dei borghesi o della classe mondana.
Verga scrisse anche dei romanzi che fanno parte del Ciclo dei Vinti. (*)
I MALAVOGLIA
Autore: Giovanni C. Verga
Luogo geografico: Acitrezza (Ognina CT)
Tempo: 1881
Lingua: Italiana con parti dialettali
Ciclo dei Vinti
Riassunto in breve: I Malavoglia è una storia che parla di una famiglia di pescatori che abita ad Aci Trezza. La famiglia è nota e rispettata da tutti e poteva considerarsi economicamente agiata grazie soprattutto ai proventi ricavati dalla pesca con la barca chiamata la “PROVVIDENZA”. La catena delle disgrazie inizia con l’acquisto a credito di un carico di lupini da trasportare in barca. Purtroppo una tempesta fa affondare la
(*) La “ROBA” sono tutti i possedimenti e le ricchezze che si hanno.
(*) Il Ciclo dei Vinti è l’appellativo che Verga diede a cinque dei suoi romanzi: I Malavoglia (1881), Mastro Don Gesualdo (1889), La Duchessa di Leyra, L’Onorevole Scipioni, L’Uomo di lusso; in questi romanzi possiamo trovare una cosa in comune: la lotta per l’esistenza. Verga mette in evidenza le conseguenze tragiche delle classi sociali più deboli.
 I MALAVOGLIA: rappresentano la lotta per la sopravvivenza;
 MASTRO DON GESUALDO: qui troviamo la lotta per “scalare” la gerarchia sociale.
 LA DUCHESSA DI LEYRA: in questo romanzo si riscontra l’ambizione aristocratica.
 L’ONOREVOLE SCIPIONI: qui viene rappresentata l’ambizione politica.
L’UOMO DI LUSSO: e in quest’ultimo l’ambizione artistica.
Verga finì solo I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo, della Duchessa di Leyra scrisse solo il primo capitolo e un frammento, degli ultimi due romenzi si pensa che non siano stati neanche iniziati.
nave. Muore così Bastianazzo, figlio del capo famiglia Padron ‘Ntoni , marito di Maruzza (detta anche La Longa) e padre di cinque figli: ‘Ntoni, Luca, Lia, Mena e Alessi.
Tutti cominciano a parlare di come i Malavoglia sarebbero riusciti a ripagare il debito dei lupini affondati durante con la barca; ma presto, durante il servizio militare di leva, nella battaglia di Lissa, muore Luca.
I Malavoglia non riescono a saldare il debito e viene tolta loro la “Casa del Nespolo”, loro residenza. Ormai tutto il paese vede con malocchio i Malavoglia che cercano in tutti i modi di lavorare per ottenere i denari per “maritare” le figlie per riacquistare la Casa del Nespolo.
Il colera (una pericolosa epidemia, peggio, come quella che stiamo vivendo noi in questo periodo) si portò via La Longa. Padron ‘Ntoni resta solo con Alessi e ‘Ntoni a sostenere i nipoti orfani del padre e della madre.
‘Ntoni, ribellandosi alle condizioni dei vinti, prende una cattiva strada che lo porta a cinque anni di prigione, causando prima la pazzia, poi la morte del nonno e la fuga della sorella Lia.
Alessi, l’ultimo rimasto dei Malavoglia, dopo essersi sposato, con l’aiuto della sorella Mena, riesce a ricomprare la Casa del Nespolo e prova a ricostruire l’onore distrutto dei Malavoglia.
MASTRO DON GESUALDO (1889)
Racconta l’ascesa sociale di un muratore che riesce a diventare ricco grazie alla sua intelligenza e alla sua forza di volontà. La ricchezza non determina però la serenità dell’uomo e tantomeno garantisce il lieto fine della storia. Mastro Don Gesualdo vede infatti disgregarsi gli affetti familiari e muore solo. L’ambiente rappresentato è quello borghese e aristocratico e di conseguenza, secondo il principio dell’impersonalità a della regressione, anche la cultura del narratore e la lingua salgono rispetto alle opere precedenti.

La mia risposta:

Ciao Sara!
Cerca di utilizzare le tue risorse e il programma che avete fatto, così risulterà una cosa scritta da te e non solo un copia e incolla da vari siti.
E' inutile fare una tesina copiata, tanto vale scegliere un argomento di cui sappiamo qualcosa di nostro e aggiungere i temi affrontati negli anni scolastici.
Utilizza parole tue nel scrivere e mostrare la tesina, perché ripeto, copiare da Wikipedia non fa della nostra tesina, una tesina valida.
Non siamo sciocchi noi, figuriamoci la commissione. Hai copiato da un sito ed è palese..

E' l'espressione di un concetto che ci appassiona a renderla buona, ricordo che il mio professore di italiano diceva che la passione nel parlare della tesina, nel curarla e nel trovare collegamenti a loro piaceva, e mostrando impegno e dedizione, alzavano il voto anche a fronte di una tesina non collegata benissimo. Questo per dirti che è meglio collegare con cose che ti piacciono e di cui sai parlare, perché la commissione si accorge se parli come un libro stampato perché non ti piace quello di cui parli.


Non elencare le date come una lista della spesa, potresti aiutarti con delle slide di powerpoint, dicendo "mentre nel periodo x succedeva questo, nel periodo y.." altrimenti rimane davvero una lista.
Inoltre di consiglio di tagliare alcuni pezzi, avrai poco tempo per parlare della tesina, se scrivi molto solo di italiano rischi di esaurire il tempo prima di finire gli argomenti!
Cerca di collegarti con le altre materie in modo naturale, e decidi se parlare dei Malavoglia o di Verga, facendo solo un piccolo accenno a una delle due.

Prova a riscriverla con parole tue, prendendo dal web solo cose importanti come le date e scrivi di tuo pugno gli avvenimenti.
Come fare? Semplice, leggi qualche avvenimento, chiudi il file e riscrivi la data esatta e cosa hai capito.

Spero di esserti stata utile, ciao!

Rosie

Hashtag automatici: #terzamediatesinaedesami

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