Fiabe e racconti

Un sacco di tempo

Racconto scritto dal maestro Tiziano Trivella (Tix)

Contenuto inizialmente pubblicato sul portale "La Girandola" e ora donato al Gomitolo.

Tutti i bambini erano concentrati ed appassionati nel loro impegno: stavano terminando di colorare i disegni dei fiori, sul quaderno di scienze. Alcuni usavano i pennarelli, altri i pastelli, per curare meglio le sfumature dei petali.
Il maestro passò fra i banchi, interessato a guardare i disegni dei bambini. Erano venuti veramente bene! Disegnare i fiori è molto difficile, ma ognuno ci aveva messo il meglio delle proprie capacità: quando ci si impegna, i risultati si vedono e ciascuno è più soddisfatto!

Il maestro guardò l'orologio: l'ora di scienze era volata!
"Fermatevi, ragazzi!" - disse - "Continueremo la prossima volta! Ora riordinate il vostro materiale..."
"No!" - intervenne Marzia, una bambina con i capelli color rame e una pioggia di lentiggini sul viso - "Io preferisco finire il disegno a casa... perché a casa ho un sacco di tempo!"

Il maestro si volse a guardarla e le disse: "Se vuoi! Ma senti: com'è questa storia del sacco di tempo? Dove lo tieni il sacco? Nella tua camera?".

Marzia rispose: "Sì, sì io ho un sacco di tempo a casa e faccio molte cose...".

Il maestro la interruppe: "Allora fammi un piacere: visto che qui a scuola il tempo non basta mai per finire con calma le lezioni e bisogna sempre cambiare attività quasi ad ogni ora, non potresti domani portarmi un po' di tempo? Non devi portare tutto il sacco che hai, ne basta un sacchetto! Così anche a scuola riusciremo a lavorare con calma e senza ansia!".
Il maestro l'aveva detto per scherzo, naturalmente! Avere "un sacco di tempo" è un modo per dire che se ne ha molto a disposizione.

Ma Marzia rispose con serietà: "Va bene, maestro. Domani te ne porterò un sacchetto... se ti basta!".

Il giorno dopo, alla prima ora, il maestro stava facendo l'appello e si accorse che mancava proprio Marzia. Stava per segnare l'assenza sul registro, quando la bambina, trafelata, entrò in aula, salutò il maestro e i compagni, poi disse:
"Scusate il ritardo, ma avevo perso un po' di tempo e mi sono dovuta fermare a recuperarlo...".

Il maestro la guardò meravigliato: "Che cosa stai dicendo? Avevi già perso tempo e ti sei fermata? Così... hai perso ancora altro tempo!".

Marzia spiegò: "Non vedi il mio sacchetto? Ho portato un po' di tempo, come mi avevi chiesto ieri. Stavo correndo per venire a scuola, ma sono inciampata e un po' di tempo è uscito dal sacchetto... Allora mi sono fermata a raccoglierlo!".

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I compagni e il maestro erano sempre più meravigliati e increduli per quello che stava dicendo Marzia. Qualcuno ridacchiò...

La bambina aprì il sacchetto di carta che teneva fra le mani e aggiunse: "Ecco qua un po' di tempo per la nostra scuola..." poi si avvicinò al maestro e infilò una mano nel sacchetto, per prendere una manciata di tempo...
Quando la tirò fuori di nuovo, la sua mano era socchiusa, proprio come se tenesse qualcosa in pugno. Fra le sue dita si vedevano sprizzare fulminei raggi di luce fluorescente e multicolore che, dopo aver percorso pochi centimetri, si spegnevano rapidamente, senza lasciare alcuna traccia.
"Questo è il tempo" - disse Marzia - "Tieni maestro, apri la tua mano che te ne regalo un po'!".

Il maestro, abituato a stare da molti anni con i bambini, non si meravigliò troppo nemmeno questa volta: aprì la sua mano e accettò un po' di tempo dalla sua alunna.
Poi Marzia passò fra i banchi e regalò una manciata di tempo a ciascuno dei compagni e delle compagne.
"Tanto - disse - a casa io ho ancora un sacco di tempo quasi pieno!".

Da quel momento il maestro e i suoi alunni si sentirono più tranquilli e meno preoccupati: era come se il tempo si fosse dilatato...
Ebbero il tempo di fare con calma ogni cosa, di avere un lungo intervallo, con tanti giochi, fra le lezioni e riuscirono a finire tutto quello che avevano iniziato... Ognuno, da quel giorno, si sentì più sereno e meno assillato dalle cose da fare.

Se voi passate vicino a quella scuola, potete ancora vedere gli sprazzi di luce multicolore che escono dalle finestre delle aule, percorrono un breve tragitto nell'aria e poi si disperdono come la luce di una stella cadente...

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