Fiabe e racconti

Bolle di sapone

Racconto scritto dal maestro Tiziano Trivella (Tix)

Contenuto inizialmente pubblicato sul portale "La Girandola" e ora donato al Gomitolo.

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Verdiana stava seduta in giardino con le gambe incrociate e teneva in una mano un bicchiere d'acqua e sapone, mentre soffiava delicatamente nella cannuccia fatta con un foglio di giornale. Dalla fradicia estremità di quel primitivo strumento uscivano, come mute note musicali, i fragili piccoli soffi del suo respiro, avvolti in un sottilissimo spessore di saponata che assumeva una forma sferica, costituita da molteplici strati di colori che ruotavano uno sull'altro, vorticosamente.

La bambina si sentiva emozionata e fiera di quelle sue creazioni personali che, dopo essersi staccate dalla cannuccia, salivano verso il cielo con colori cangianti, poi divenivano tremolanti e svanivano nel nulla, lanciando nell'aria un silenzioso schizzo di microscopica schiuma.

Era lei che dava vita a quelle meraviglie, la cui breve durata era ripagata dal loro fascino indicibile: con un dolce respiro e una goccia d'acqua e sapone poteva creare un'opera d'arte, come quella di un pittore o di un vetraio di Murano.

Più in là, nel giardino, Celeste rincorreva le farfalle e non badava a Verdiana e alle sue bolle di sapone. Ma una di queste, sospinta dalla brezza, giunse a posarsi su di una foglia, restando intatta. Celeste poté vedere una farfalla gialla e nera avvicinarsi alla bolla e venirne risucchiata all'interno: la farfalla imprigionata non pareva soffrirne, perché era libera di muovere le ali come prima. E i suoi colori si riflettevano sulla superficie di sapone della bolla, facendola apparire ancora più bella e fantastica.

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Ad un battito d'ali della farfalla, la bolla si staccò dalla foglia e prese a volteggiare nuovamente nell'aria, ma il suo movimento non era più casuale: la farfalla poteva dirigerla a suo piacimento...

Celeste non credeva ai suoi occhi: come poteva esservi entrata senza distruggere la fragilissima bolla di sapone?

Corse verso Verdiana per richiamare l'attenzione dell'amica sullo strano fenomeno e si imbatté in altre bolle volteggianti nell'aria.
Con la mano sfiorò la più vicina: la sua corsa fu frenata misteriosamente, come se qualcuno le avesse trattenuto un braccio all'improvviso. Celeste si sentì risucchiare dalla bolla di sapone e, in un attimo, si ritrovò imprigionata al suo interno, proprio come era successo alla farfalla gialla e nera. Il cuore le batteva forte nel petto, ma una sensazione di pace profonda si impadronì rapidamente di lei, facendola sentire a proprio agio in quella incredibile situazione.
Era come se, in fondo, non avesse desiderato altro che di essere in quella bolla, ed era felicissima di potervi rimanere e di sentirsi dondolare nell'aria, mentre gli strati iridati ruotavano rapidamente su se stessi, trasmettendole l'impressione di essere avvolta in un arcobaleno.

Celeste, ormai, non aveva più paura e poteva concentrare la sua attenzione sulle sensazioni che provava. Prima di tutto si accorse che i suoni del giardino attorno a lei erano divenuti profondamente diversi: non sentiva più chiaramente lo stormire delle foglie, né i cinguettii degli uccelli, e, nemmeno, il frinire delle cicale... Era come se quei suoni fossero più lontani, ovattati, irreali. Stranamente, però, poteva udire la voce di Verdiana, che, ancora accoccolata nel prato, continuava a soffiare nella cannuccia per fare continuamente nuove bolle di sapone.

"Chissà dove andranno a finire le mie bolle... forse saliranno fino alle stelle del cielo e potranno incontrare gli spiriti del passato e del futuro..." - diceva Verdiana.

Diceva? No, non era vero! Celeste si accorse che l'amica non stava assolutamente parlando: le sue labbra non si muovevano e...,in fondo, ciò sarebbe stato addirittura impossibile, perché Verdiana non aveva mai smesso di soffiare nella cannuccia...

Celeste pensò di essersi sbagliata. Dall'interno del suo involucro colorato, mentre volteggiava ancora sopra il giardino, si concentrò a guardare l'amica e ad ascoltare.
"Certo, gli spiriti del passato avranno molte cose da raccontare ad una bambina come me... peccato che io non sia una bolla di sapone che può salire fino lassù..."
Celeste udì chiaramente tutte queste parole e, nuovamente, si rese conto che Verdiana, in effetti, non aveva parlato...

"Saranno i suoi pensieri... " - disse fra sé Celeste - " I suoi pensieri? Ma come è possibile udire dei pensieri?".

Poi rifletté: "E' forse possibile o normale... essere chiusi in una bolla di sapone? Eppure io ci sono!".

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E ci stava anche bene: si accorse di essere libera di muoversi e di poter dirigere gli spostamenti della bolla a suo piacimento, proprio come aveva visto fare alla farfalla. Ebbe solo un attimo di smarrimento quando si rese conto, passando accanto ad una margherita del prato, di non avere più le dimensioni normali: entrando nella bolla si era rimpicciolita al punto che... avrebbe potuto stare comodamente sdraiata su un solo petalo di quel fiore!

Pensò subito: "Riuscirò a ritornare alla mia altezza normale quando uscirò da qui? Oppure rimarrò sempre piccola come un moscerino?". Poi si chiese anche: "Ma... ci sarà un modo per uscire da questa bolla?".

Mentre pensava queste cose, udì la voce (o, meglio, il pensiero) dell'amica Verdiana: "C'è sempre un modo per uscire da ogni luogo e da ogni situazione... Ehi, Celeste, ma dove ti sei cacciata? Sei entrata davvero... in una delle mie bolle di sapone?".
Celeste si rese subito conto di poter comunicare con l'amica tramite il pensiero; allora, di risposta, pensò: "Ci sono entrata per caso e, davvero, ci sto anche bene... Soltanto mi chiedevo come poter tornare nel mondo normale..."

"E qual è il mondo normale?" - rispose Verdiana, sempre con il pensiero - "Forse è normale il mondo delle bolle colorate e il nostro può essere irreale... Chi lo sa?".

Un leggero colpo di vento sollevò la bolla di Celeste fin quasi alla cima di una betulla, ma la bambina, con i movimenti delle mani, riuscì a dirigere nuovamente la bolla verso il basso, in direzione di Verdiana.

"Mi vedi?" - chiese Celeste - "Sono proprio sopra di te!".

"Ah, eccoti! Ti vedo molto bene... anche se sei più piccola del solito!" - rispose mentalmente Verdiana.

"Non ti meravigli molto che io sia in una bolla..."

"Non è vero: un po' sono meravigliata... ma io trovo sempre meravigliose le mie bolle di sapone, con o senza bambine all'interno! E poi, trovo meravigliose le farfalle, i fiori di questo prato, le nuvole, l'arcobaleno, i tuoni e i fulmini, la musica, i profumi e i colori... Perché dovrei meravigliarmi se una mia amica entra in una bolla ?"

"Forse hai ragione!" - pensò Celeste - "Allora ti consiglio di entrarci anche tu: potremo fare un bel volo insieme nel cielo..."

"Arrivo subito..."

Verdiana posò sull'erba del prato il bicchiere e la cannuccia di carta, si alzò in piedi e si diresse saltellante verso l'ultimo sciame di bolle di sapone che aveva creato. Raggiunse una bellissima bolla dorata e allungò il dito per toccarla... Fu in un attimo risucchiata all'interno e si ritrovò subito comodamente sollevata in volo nella brezza. Imparò immediatamente a dirigere la sua bolla con il movimento delle mani e riuscì facilmente ad avvicinarsi alla bolla di Celeste.

Le due amiche si guardarono negli occhi e scoppiarono in una... fragorosa risata mentale!
"Possiamo spingerci verso l'alto e salire più su delle nuvole!" - pensò Verdiana.
"D'accordo! Così potremo goderci il panorama di tutta la Terra sotto di noi" - acconsentì Celeste.

Guidarono le loro bolle di sapone sempre più in alto, sopra le montagne, sopra le nuvole, fino alle regioni più alte del cielo, dove risiedono gli spiriti del passato e del futuro.
Da lassù guardarono la Terra con grande meraviglia.

Verdiana osservò: "Anche il nostro pianeta non è altro che una gigantesca bolla di sapone! Una bellissima bolla azzurra!".

"E' molto bella la Terra azzurra... Ma gli uomini sanno... di vivere in una bolla?".
Giungeva fino a loro uno strano ronzio sommesso e incessante; le due bambine lo ascoltarono attente per un po' di tempo.

"Sono i pensieri indistinti di tutte le persone che abitano la Terra" - concluse Verdiana - "Speriamo che, con tutta quella confusione, gli uomini riescano a capirsi tra di loro!".

"Speriamo anche - aggiunse Celeste sorridente - che il nostro pianeta-bolla non scoppi mai! Sarebbe proprio uno spreco di pensieri..."

"Chissà, forse tutti quei pensieri potrebbero espandersi nell'Universo e dare origine a Nuovi Mondi!" - soggiunse Verdiana.

Sotto di loro il fragile pianeta azzurro ruotava incessantemente nello spazio, ignaro del suo prezioso contenuto di pensieri di milioni di uomini e di innumerevoli generazioni...

"Il nostro posto è laggiù" - esclamò Celeste.

"Sì, ritorniamo" - acconsentì Verdiana - "Anche noi apparteniamo a quei pensieri..."

Diressero le loro bolle di sapone verso il basso e, in pochi istanti, lasciate le regioni celesti dove risiedono gli spiriti del passato e del futuro, si rituffarono nel presente del pianeta Terra, per fondere i loro freschi pensieri con quelli di milioni di uomini e di donne...
E la gigantesca bolla azzurra le riavvolse volentieri dentro di sé.

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