Fiabe e racconti

"Un giorno all'improvviso..."

Una poesia che mette in risalto la terza regola del controllo sociale elaborata da Noam Chomsky

Poesia del dott. Francesco Augello (Pedagogista ICT)

Piccola introduzione alla poesia

In questo momento non siamo ancora usciti dall'emergenza pandemica e mi sono sempre chiesto cosa ricorderanno di questo triste evento i più piccoli, ma soprattutto se realmente saranno in grado di fare tesoro di questi eventi, delle giornate di isolamento sociale, e di narrarle ed essere saggi testimoni alle future generazioni.

La mia attenzione per gli studi sociali, con riguardo alla psicologia e alla pedagogia speciale, ma anche giuridica e ambientale, l'essere sempre in prima linea professionalmente nell'uso avanzato delle tecnologie per scopi di analisi, programmazione e sperimentazione in settori solo nell'apparenza distanti tra essi, mi porta da sempre a non perdere la bussola degli eventi, dei mutamenti, non solo quelli naturalmente prodotti dalla natura, quanto anche di quelli indotti dal genere umano, a mio giudizio, assai più pericolosi, soprattutto quando ci si accorge che al mondo esistono molti più virus di quanti la natura ne abbia mai prodotti nell'arco della sua esistenza.

La poesia è un contributo anche ai più piccini che con il saggio aiuto dell'adulto genitore o insegnante potrà far cogliere gli elementi salienti del brano in relazione all'età di scolarizzazione e agli argomenti affrontati in scienze. Alcune maestre hanno trovato particolarmente utile questo viaggio narrativo, adottandolo per scopi didattici, per realizzare una prosa, per discutere in classe con i più piccoli in modo narrativamente leggero e con i più grandi, ragazzi delle scuole medie, per evidenziare come in essa vi siano più componenti educative, quella sociologica, storica, psicologica, filosofica e naturalmente pedagogica.

I bambini potranno sorridere a questa "storiella", che tuttavia non si sottrae ad una lettura adulta con lo scopo di condurre il lettore all'interno di quei delicati processi umani alla luce della storia dell'epidemia globale. Una poesia che mette in risalto la terza regola del controllo sociale che in molti ritengono essere stata elaborata dal Professore Noam Chomsky, poco importa se ciò sia vero o meno, fatte salve le sue posizioni no-global e per i suoi lavori dedicati ai sistemi politici, ai mass media, alla loro interconnessione oltre che nell'analizzare i sistemi messi in atto per manipolare la società e di cui tratta nel volume "Media e potere" di Noam Chomsky - ISBN-13: 978-8896130445.

Chomsky analizza storicamente e socialmente, le strategie che il potere, mette in atto per manipolare la società. Un piccolo libro introduttivo, verso quella che è, la complessa opera di Noam Chomsky

Per i più piccoli, la poesia narra di un bizzarro incontro tra una mascherina chirurgica, inutile sottolinearne il motivo della sua attiva partecipazione alla poesia, e un ranocchio che narra di un triste evento accaduto a sua sorella che è stata bollita senza che si fosse accorta

La poesia da ascoltare

Versione audio per i più piccoli ed i non vedenti:
Download (MP3, 3.62mb)

Recitata dall'autore, Francesco Augello
Base audio "Dancer of the sugar" rilasciata con licenza CC0 1.0 Universal (CC0 1.0) (Donazione al Pubblico Dominio)

La poesia da leggere

Ho incontrato una rana ieri pomeriggio
non era ancora il quattro di maggio,
l'ho trovata parecchio triste, a disagio.
Ma dopo un primo momento,
così... adagio, adagio, mi racconta di sua sorella,
del suo triste viaggio.

Allora, io umile chirurgica mascherina,
per meglio comprendere provo a mettermi vicina,
ma lei fissandomi tra le pieghe,
reagisce con sguardo deciso,
dicendomi: non così vicino, non all'improvviso!
Tieniti stretta a quel viso,
nel mio racconto, non preoccuparti,
sarò breve, ma coinciso.

Mi raccontò che sorella rana era nata sapendo nuotare,
ma che non era abituata, per sua natura,
ai pericoli d'alto mare, a ragionare, a lottare.
Poi un giorno all'improvviso,
in balia di un evento preciso,
si ritrovò a saltare, non per caso,
dentro una pentola di rame,
molto bella, si accertò che non fosse una padella,
esclamò: la temperatura è gradevole,
non è stagno, ma non vide l'inganno,
l'acqua in fondo era quella, una voce la incoraggiò: salta bella!

Una non banale provocazione,
a cui mia sorella non prestò attenzione,
era la voce di una fiammella che rendeva
la temperatura meno rigida e dura,
così sorella rana, ancor più rilassata,
comincio a godersi la strana avventura,
la temperatura non le appariva in salita,
ma in men che non si dica, l'acqua si era già intiepidita
assai diversa da quella della precedente stagnosa vita.

Pensò proprio come gli umani
al tempo della restrizione,
non ebbe alcuna reazione,
in fondo, aggiunse:
perché spaventarsi, basta adeguarsi!

Ma quel liquido si faceva sempre più caldo,
non era ideale neppure per un bagno;
la temperatura, lentamente, sempre più su...in salita,
oramai sorella rana era indebolita,
non resistette, era già troppo tardi,
la sua vita era finita,
prima di accorgersi di essere stata bollita.

Io, a quel racconto,
pensando alla mia di vita, rimasi basita,
mi sentivo d'un tratto inaccettata,
in me, gradualmente, qualcosa tra le pieghe era cambiata,
anche io mi ero abituata, ancora oggi questo mi consola,
perché non era la sola,
dopo giorni, mesi, anni consecutivi,
capivo che ero stata usata per fini manipolativi.

Come me, tante altre,
costrette ad essere strette a qualche viso,
mascherando ogni sorriso,
facendo attenzione che ci tenessero su,
come quella temperatura sempre in salita,
l'epilogo, contro ogni umano,
mi convinsi che sarebbe stato una triste riuscita,
grazie al principio della rana bollita.

A chiunque la storia della rana
può apparire una novella,
un fare filosofia,
una triste e banale poesia,
ma fatene tesoro,
perché adesso è vostra,
non più mia!

Agrigento, 05/05/2020

Francesco Augello

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