L'angolo della scuola

Subordinate sostantive

#13336 Il 02/01/2018 Stefano di 13 anni ha scritto:
Salve il mio libro non spiega bene la funzione delle subordinate sostantive
Mi potreste aiutare voi

La mia risposta:

Ciao Stefano,
scusa per il ritardo della risposta: siamo state un po' piene di domande!

L'argomento per cui chiedi aiuto è un po' complesso e soprattutto vasto. Ti invito quindi vivamente a chiedere aiuto alla tua insegnante così da poter avere ulteriori spiegazioni e per superare le lacune su questo argomento tra l'altro molto importante per capire l'analisi del periodo: se non hai chiaro le sostantive, troverai difficoltà anche dopo! Mi raccomando!

Cercherò in breve di spiegarti un pochino l'argomento, ma ti ripeto per il tuo bene di non pensare che questa risposta possa sostituire il chiarimento della tua insegnante.

Dunque, nell'analisi del periodo distinguiamo tre grandi categorie di subordinate: subordinate sostantive (o completive), subordinate complementari indirette e subordinate relative (o aggettive).
Per ricordarle meglio ricorda il loro ruolo.
Le subordinate sostantive svolgono il ruolo di SOGGETTO o COMPLEMENTO OGGETTO del predicato della reggente; le subordinate complementari indirette svolgono il ruolo analogo al complemento indiretto o un avverbio; infine le subordinate relative o dette anche aggettive svolgono il ruolo di attributo o apposizione di un sostantivo.

Quindi tornando alle subordinate sostantive, abbiamo detto che svolgono la funzione del soggetto o complemento oggetto (diretto) nella frase semplice.
Le sostantive comprendono quindi le subordinate soggettive, oggettive, dichiarative e interrogative indirette.

Le subordinate soggettive - come dice il nome stesso - svolgono il ruolo di soggetto del predicato della frase reggente. Come tutte le subordinate possono essere esplicite quando hai la congiunzione che seguita da un verbo di modo finito (indicativo, imperativo,  congiuntivo, condizionale) oppure implicite quando hai un verbo di modo indefinito (infinito, participio o gerundio).

Esempio: E' giusto che tu sia felice ---> la reggente è "è giusto"; poi abbiamo la subordinata "che tu sia felice" che invece svolge il ruolo di soggetto del predicato della reggente. Infatti come nell'analisi logica, tu hai il predicato = è giusto e come soggetto = che tu sia felice. Infatti tu ti chiedi "che cosa è giusto?" "che tu sia felice".
Potresti avere incertezza nel dire se è SOGGETTO o complemento OGGETTO?!? assolutamente no!!! Per essere un complemento oggetto, dovresti avere un soggetto espresso nella reggente; invece la reggente "e' giusto" è una forma impersonale e il soggetto viene espresso dopo dalla subordinata!

Passiamo alle subordinate oggettive. Esse svolgono quindi il ruolo di complemento oggetto del predicato della reggente. Proprio come nell'analisi logica per riconoscerle dovrai partire dall'analizzare il predicato della reggente e poi vedere se la subordinata risponde alla domanda "chi? che cosa?".

Ad esempio: Spero che domani ci sia il sole. La reggente è "spero" che ha come soggetto sottinteso IO; poi abbiamo la subordinata "che domani ci sia il sole" che risponde alla domanda spero, che cosa? Quindi la subordinata svolge chiaramente il ruolo di complemento oggetto!

Altro esempio: Voglio che tu sia felice. La reggente è "voglio" + io soggetto sottinteso; "che tu sia felice" è la subordinata oggettiva perché svolge il ruolo di complemento oggetto. Infatti "che cosa voglio?" "voglio che tu sia felice": abbiamo verificato che risponde alla domanda chi, che cosa.


Passiamo alle subordinate dichiarative o meglio chiamate esplicative. Esse infatti SPIEGANO e COMPLETANO il significato di un concetto espresso nella frase reggente. Si individuano facilmente perché spesso sono introdotte da un pronome dimostrativo (questo, quello) o da un nome spesso astratto (idea, opinione, cosa, fatto...) nella reggente.
La cosa migliore è sempre partire dalla reggente e RAGIONARE. Infatti per capire che subordinata viene dopo, bisogna prima analizzare bene la reggente. Noi abbiamo detto che la dichiarativa spesso viene introdotta da un pronome o un nome nella reggente. Se tieni a mente ciò ti sembrerà tutto un gioco!

Esempio: Questo mi rende felice: studiare musica. La reggente è "questo mi rende felice"; come vedi abbiamo un pronome dimostrativo e dopo abbiamo "studiare musica" la nostra dichiarativa. In questo caso è anche semplice perché hai i doppi punti che servono per spiegare il concetto della reggente. Inoltre hai il pronome "questo" che va proprio ad anticipare e a introdurre il concetto successivo "studiare musica":
Tu infatti potresti riscrivere la frase così "Studiare musica è ciò che mi rende felice". Infatti tu ti chiedi "che cosa mi rende felice?" e ti rispondi studiare musica come motivo!

Esempio: Ti do ragione su una cosa, che Lucia è una bugiarda. La reggente è "ti do ragione su una cosa" e poi la subordinata dopo ci spiega meglio qual è "la cosa" su cui si ha ragione e cioè "che Lucia è una bugiarda".
Quindi come vedi la subordinata dichiarativa, spiega meglio cosa si vuole dire. Se analizzi meglio la frase, ti rendi conto che la subordinata arricchisce il complemento indiretto di argomento della principale; infatti tu nella reggente hai il soggetto = io, complemento di termine = ti do = predicato e poi su una cosa = complemento di argomento. Quindi la dichiarativa "dichiara" e spiega meglio l'argomento su cui si ha ragione.
Se ragioni così non ti sbaglierai mai!
Altro trucchetto per distinguere le dichiarative dalle soggettive e oggettive è che le dichiarative NON DIPENDONO DAL PREDICATO DELLA REGGENTE e che SPIEGANO SEMPRE QUALCOSA CHE TROVIAMO NELLA REGGENTE!

Giochetto per non sbagliarsi tra le oggettive, soggettive e dichiarative. Analizza queste frasi.
Voglio che andiamo al concerto
E' ovvio che voglio andare al concerto
Voglio questo che andiamo al concerto

Nella prima frase la reggente è "voglio" e il soggetto sottinteso è IO. Quindi la frase dopo non è la soggettiva, ma l'oggettiva: voglio, che cosa? Andare al concerto.
Nella seconda frase la reggente è "e' ovvio", ma è ovvio che cosa? Non abbiamo un soggetto, perché il soggetto è la subordinata dopo "che voglio andare al concerto".
Invece nella terza frase nella reggente abbiamo già il predicato con il soggetto sottinteso IO e abbiamo anche il complemento oggetto "questo". Il pronome dimostrativo che sostituisce nella reggente il c.oggetto, viene poi spiegato dalla dichiarativa dopo ovvero voglio che cosa? questo e cioè che andiamo al concerto!

Infine abbiamo le interrogative indirette che sono molto semplici da riconoscere perché introducono una domanda o un dubbio in forma indiretta, ovvero senza il punto interrogativo alla fine.  Inoltre le riconosci perché nella reggente hai i verbi tipici della domanda, o gli aggettivi o nomi di dubbio, incertezza.
Esempio: dimmi che cosa posso fare per te. "Dimmi" è la principale e poi dopo hai "che cosa posso fare per te" che è l'interrogativa. Come verifica basta che fai un giochino. Prova ad aggiungere il punto interrogativo alla subordinata; se vedi che potrebbe essere una domanda diretta e che quindi suona come una domanda, allora di sicuro è una interrogativa! Infatti la frase "che cosa posso fare te" potrebbe essere benissimo una domanda diretta se aggiungi il punto interrogativo "che cosa posso fare per te?".

Spero di averti aiutato.

Ciao!

Fogny

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