Il Gomitolo


Fiabe e racconti

Il piccolo merlo capriccioso

Racconto scritto da don Nereo

Era estate. Luigino, tutto sudato dopo le corse con gli amici, strillava alla mamma:
«No, non voglio lavarmi e cambiarmi ora; non mi importa niente delle tue correnti d'aria!»

Intervenne il nonno:
«Gigi, la prudenza e le previsioni non sono il forte dei ragazzi. Ascolta questa storia...»

Nella nidiata di merletti, c'era un piccino che sbuffava per il caldo e perciò non volle lasciar crescere le sue piume, né le lunghe penne, perché - diceva lui - voleva godersi la brezza del mattino e poi abbronzarsi al sole.

I suoi fratellini, quando furono ben piumati, volarono via. Lui, senza ali sviluppate, dovette restare nel nido... ad abbronzarsi. Così cominciò anche a imbronciarsi.

La mamma gli disse:
«Ormai sei grande, devi cominciare a procurarti il cibo da solo».
Così, a malincuore il merletto saltò a terra dal nido e andò a beccare qua e là nei dintorni. Sembrava piuttosto un topo spellato; e per fortuna lì non c'erano gatti.

Il giovane merlo implume, pur godendosi il fresco della brezza e il sole delle calde giornate, cominciava davvero a stancarsi di non poter volare come i fratelli.

Ma venne l'autunno con giornate nebbiose e fredde. Il piccolo intirizzito si stringeva alla mamma e ai fratelli che avevano compassione per lui. Ma non bastava. Finalmente si decise di chiedere aiuto alla fata Merlina. Ma sembrava che questa non volesse ascoltarlo. Insistette. Inutilmente! Allora la invocarono tutti insieme: lui, mamma, papà e fratelli. E Merlina gli diede un bel cappottino nero morbido e lucente che salvò il merletto capriccioso anche dal gelido inverno.

Il nonno tacque. Luigino stette qualche istante in silenzio, poi si avviò a fare la doccia e a cambiarsi i vestiti bagnati di sudore.

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