Il Gomitolo


Fiabe e racconti

Il grand'uomo

Racconto scritto da don Nereo

C'era una volta un tizio, cresciuto senza principi e timor di Dio, menefreghista e prepotente che aveva per unica legge i suoi interessi.

Non erano valsi gli insegnamenti e i consigli dei genitori e di tanta brava gente. Negli affari non badava a ingiustizie e tanto meno al rispetto del prossimo e si riteneva un grand'uomo perché la aveva sempre vinta.

Per divertirsi, spesso pestava i piedi alla gente perché l'unico divertimento di chi ha l'animo cattivo è far soffrire anche gli altri e sentirsi meno infelice di loro. Uno così non sa cos'è la gioia. Per spuntarla contro tutti, dove non arrivava con le buone usava le maniere cattive.

Naturalmente si trovava senza amici veri e doveva accontentarsi della compagnia di tipi della sua risma che a volte lo sfruttavano e altre volte lui sfruttava. Sicché non poteva fidarsi neppure di questi camerati, ma intanto si sentiva fiero della sua indipendenza totale e di riuscire a sopraffare ogni rivale. Nella sua vanteria si pavoneggiava di battere anche il diavolo. Ma, si sa, il diavolo si tiene buoni questi compari e anzi li asseconda perché... poi verrà il suo turno di rivincita.

Così, spadroneggiando su tutto e infischiandosene di tutti, ebbe la fortuna, malgrado i molti nemici fattisi, di giungere all'età di ottant'anni. Dopodiché morì, irritato anche contro l'aria fredda che gli aveva causato la polmonite e contro il medico che non riusciva a salvargli la vita.

Si presentò al Padreterno, solo come un cane perché tutti i defunti che l'avevano conosciuto in questo mondo, vedendolo arrivare dalle parti del Paradiso, scapparono per non avere grane con lui.

Sapete come fini? Abituato com'era a imporsi su tutti, se la prese anche col Padreterno e, disse, aveva non una ma mille ragioni. Il buon Dio per calmare la situazione dovette allontanarsi. Così il nostro tizio rimase solo, più solo che mai, in una specie di deserto buio, perché, con l'andarsene di Dio s'erano allontanati con lui anche luce, fiori, cori di santi e angeli e ogni bella visone e realtà del Paradiso.

Si udì un gran colpo di gong: iniziava l'eternità per quell'uomo, cioè si sarebbe trovato per sempre come e dove era a quell'inizio. Capì troppo tardi che, combattendo anche con Dio, aveva cacciato il Paradiso e si era costruito il suo inferno.

Qualcuno disse che, quella sera, a Dio spuntarono due lacrimoni di pietà per quell'uomo, ma purtroppo neanche il Padreterno può fare qualcosa contro le scelte degli uomini. Dopo aver dato loro luce di intelligenza e forza di volontà, nella sua bontà, rispetta fino in fondo la loro libertà.

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