Il Gomitolo


Fiabe e racconti

Al punto giusto

Racconto scritto da don Nereo

Il ragazzo, appena entrato in casa, ora troppo silenziosa e vuota, s'era buttato a sedere, quasi spossato, sul divano. Non c'era più la mamma a ricordargli di non sdraiarsi così e di cambiarsi prima il vestito nuovo della festa. Gli venne in mente tutto ciò, si alzò, si passò le mani a lisciare i calzoni pensando:
«Ma sì, quale festa?». Poi si rivolse al padre:
«Papà, se il Signore è buono, perché ci porta via le persone migliori e più utili, come la mamma?».

Ci fu un lungo silenzio, poi il papà se lo strinse a fianco e lo accompagnò presso la finestra.

«Quante pere vedi sull'albero?».

«Non so, pochine».

«Perché andavi ogni giorno a raccogliere quelle mature. E non coglievi le crude. Qualche volta hai raccolto anche qualche pera che cominciava a guastarsi, vero?»

«Sì. Lasciandola là si sarebbe guastata completamente. Invece la mamma levava il guasto e faceva della buona macedonia»

«Pensi che ora ce ne siano ancora di mature?».

«Certamente. Sono rimaste lì da parecchio tempo, perché in questi giorni non ho certo pensato alle pere».

«Sì, figlio mio! Vedi: forse il mondo è come quel pero, nato apposta per maturare frutti. E tu li raccogli al punto giusto perché è allora che sono migliori sulla tavola. Non servono né crudi né tutti marci. Dio tiene d'occhio la sua pianta e coglie ogni frutto al punto giusto perché renda migliore la mensa. Quando il frutto è maturo, la pianta ha finito la sua funzione e non è bene che si trattenga la pera, anche se, staccandola, l'albero sarà più spoglio e le altre pere più sole...»

L'orfano guardava l'orto, il pero... ma vedeva le palate di terra che con un tonfo rimbombante coprivano la bara della sua mamma.

«È vero questo, papà: il modo è come l'albero che ha il compito di fare fiori e poi farli sviluppare fino al frutto maturo, fino al momento migliore... Ma io ho ancora voglia di piangere...»

«Anch'io. Però, se ricorderai la lezione che ci dà quell'albero, capirai che Dio ci vuol bene anche quando ci capita di soffrire come ora. E allora il tuo dolore sarà come un temporale d'estate. Le tue lacrime saranno umide come il nuvolone che si scioglie in pioggia per rinfrescare la terra e far maturare i frutti. Ma il tuo temporale non sarà tempestoso e devastatore perché tu saprai che sopra al grigiore dell'uragano c'è un cielo sereno fino all'infinito.»

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