Il Gomitolo

Stai rispondendo al messaggio di Kika del 03/08/2012:

Sabato scorso sono stata in un parco e ho fatto l'animatrice senza scopo di lucro. Mi hanno invitata per passare una serata diversa con i bambini e ho subito accettato. Ho giocato e sorriso insieme a tanti bambini: dai più piccoli che a stenti dicevano il loro nome a quelli più grandicelli che si facevano i dispetti tra loro. Son tornata a casa stanca ma felice. Saranno stati più di ottanta bambini ma ognuno aveva uno sguardo, un gesto, dei modi diversi di proporsi. Ogni volta che facevano qualcosa urlavano "mamma, papà, guardami!" Anche un salto, anche una giravolta o una capriola per loro era speciale e valeva la pena di essere esibita.
L'altro ieri ho tenuto la bimba di alcuni amici dei miei. Ha due anni e mezzo, occhi scuri e capelli chiarissimi. Mi chiamava soltanto con un "ehi". Il mio nome era troppo lungo per lei, non sapeva ancora pronunciarlo. Era piena di domande, piena di voglia di sapere e scoprire tutto quello che c'era intorno a lei. Mi batteva la mano sulla mia spalla mentre la teneva in braccio e mi diceva "Cos'è?" indicando col suo ditino. "Quella è la luna, quello è il muro, quello è il gelato" le rispondevo scandendo bene le parole. Lei mi guardava con i suoi occhioni vispi e sorridendo lasciava intravedere qualche dentino da latte che stava spuntando.

Io penso a quel bimbo di nove anni che ha smesso di vivere per un'odiosa malattia. Chissà quanti sguardi di aiuto o di rassicurazione avrà rivolto ai suoi. Chissà quante volte avrebbe voluto trovarsi anche lui in un parco-giochi e correre insieme ad altri bimbi. Non riesco ad avere parole ma solo una sensazione di rabbia. Non ho nulla di positivo da dire, ora. Non riesco. Anche se non lo conoscevo, anche se non so il suo viso, il suo nome, anche se non so niente di lui, è tanto ingiusto che la sua vita sia finita troppo presto.
Per me, che adoro i bambini, è un dispiacere enorme sapere che non ce l'ha fatta.
E' un piccolo eroe lostesso, però.
Ha combattuto per nove anni, troppo pochi per essere spezzati ma tanti per essere vissuti con fatica e sofferenza.

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