Paura del buio e della morte
#9209
Il 30/11/2016 lalim09 di 15 anni ha scritto:
Vi ringrazio♡avrei un'altra domanda da porvi:
dato che ho parlato inizialmente della paura del buio che si rivela in noi fin da piccoli, volevo poi dire che ora vorrei che ogni singola cosa si reducesse alla semplice paura del buio.
Non so bene come formulare la frase...potreste aiutarmi?
Ve ne sarei grata♥
La mia risposta:
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Ciao!
Vediamo intanto se ho capito bene il concetto; nel senso che rispetto alle paure attuali, quella del buio adesso sembrerebbe la meno spaventosa? Nel senso che... In confronto alla paura della morte, di un buio forse eterno, il buio di una stanza potrebbe sembrare quasi confortevole?
Se ti piace, puoi partire da questa frase (togliendo il punto interrogativo) e aggiungendo che quella per il buio era una paura irrazionale e quindi anche naturale, mentre quella per la morte è frutto di ragionamento, di riflessione, è quindi una paura in parte 'artificiale', anche se inevitabile. Ma nell'antichità, nella società agricola, se ne aveva di certo meno timore, non era un 'tabù', veniva accettata con più facilità.
Epicuro risolveva il tutto nella semplice formula 'quando ci siamo noi, non c'è la morte. Quando c'è la morte, non ci siamo noi" (qui un breve stralcio sulla dottrina di Epicuro:
http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaE/EPICURO_%20LA%20MORTE%20NON%20E%20NULLA%20PE.htm ---> in particolare al punto 'E come dei cibi non cerca certo i più abbondanti, ma i migliori, così del tempo non il più durevole, ma il più dolce si gode' mi sembra piuttosto vicino al Carpe Diem oraziano).
Se ti interessa l'argomento, puoi dare un'occhiata anche a questo scritto da cui prendere spunto:
http://www.massimofini.it/articoli/una-societa-che-rifiuta-la-morte
Spero di essere stata utile, a presto!
Vediamo intanto se ho capito bene il concetto; nel senso che rispetto alle paure attuali, quella del buio adesso sembrerebbe la meno spaventosa? Nel senso che... In confronto alla paura della morte, di un buio forse eterno, il buio di una stanza potrebbe sembrare quasi confortevole?
Se ti piace, puoi partire da questa frase (togliendo il punto interrogativo) e aggiungendo che quella per il buio era una paura irrazionale e quindi anche naturale, mentre quella per la morte è frutto di ragionamento, di riflessione, è quindi una paura in parte 'artificiale', anche se inevitabile. Ma nell'antichità, nella società agricola, se ne aveva di certo meno timore, non era un 'tabù', veniva accettata con più facilità.
Epicuro risolveva il tutto nella semplice formula 'quando ci siamo noi, non c'è la morte. Quando c'è la morte, non ci siamo noi" (qui un breve stralcio sulla dottrina di Epicuro:
http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaE/EPICURO_%20LA%20MORTE%20NON%20E%20NULLA%20PE.htm ---> in particolare al punto 'E come dei cibi non cerca certo i più abbondanti, ma i migliori, così del tempo non il più durevole, ma il più dolce si gode' mi sembra piuttosto vicino al Carpe Diem oraziano).
Se ti interessa l'argomento, puoi dare un'occhiata anche a questo scritto da cui prendere spunto:
http://www.massimofini.it/articoli/una-societa-che-rifiuta-la-morte
Spero di essere stata utile, a presto!
Corin
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