L'angolo della scuola

Domanda

#7168 Il 13/04/2016 Giulia di 17 anni ha scritto:
Corin, ti ringrazio tantissimo per la risposta, sei stata molto carina e soprattutto mi hai salvata da quel blocco che avevo ahaha. Da adesso in poi cercherò di utilizzare quel trucco, non ne ero a conoscenza sinceramente ahaha anche perché non mi è mai capitato di vederlo.
E poi, anche tu scrivi? Questa si che è una cosa bella da ascoltare!
Ti ringrazio ancora, per ogni altro dubbio verrò qui da voi.
Un bacio!

La mia risposta:

Ciao di nuovo Giulia, è un piacere risentirti!

Guarda, proprio in questi giorni mi è capitato di trovare in un libro che sto leggendo il trucchetto di cui ti ho parlato (e ho pensato proprio a te). In ogni caso, se si scrive un temino per la scuola bisogna stare attenti alla concordanza dei tempi, ma se si scrive per sé stessi è meglio farlo senza restrizioni. Ti riporto il passo cui ho accennato, tratto da 'Viaggio da Pietroburgo a Mosca':
"[...] a pochi passi dalla strada scorsi un contadino intento ad arare un campo. Faceva caldo. Guardai l'orologio. L'una meno venti. Sono partito di sabato. Oggi è, dunque, un giorno festivo. Senza dubbio il contadino che ara appartiene a un proprietario terriero [...]. Ara con grande zelo"
Seppure in questo estratto non ritrovi precisamente la tecnica che ti ho suggerito, puoi notare come il passaggio graduale (trapassato-imperfetto-passato prossimo-presente) da un tempo ad un altro renda la frase naturale e liscia. Inoltre il graduale passaggio al presente ha qui una funzione vera e propria, non si tratta di un semplice gioco stilistico; per capire bene quello che sto dicendo devi sapere per prima cosa che il libro si incentra sul racconto (a posteriori, quindi sul ricordo) del viaggio del protagonista da Pietroburgo a Mosca; e immediatamente dopo il passo che ti ho citato segue il discorso diretto (tra il viaggiatore e il contadino che ha incontrato). Ora, il discorso diretto da' un'idea di immediatezza, di mobilità, ed è per questo che il protagonista, nel ricordare il suo viaggio, per catapultare il lettore in un passato che si fa presente, gioca con i vari tempi verbali, passando dall'uno all'altro. Nella sua mente il ricordo viene attualizzato, diventa presente, e per rendere ciò attraverso la scrittura l'autore si serve di questo espediente letterario.

E... Si, anche io mi diletto di tanto in tanto (quando c'è un po' di tempo!) con la scrittura; più che altro ho un quaderno che utilizzo a scopi del tutto personali, dove faccio una sorta di analisi introspettiva quando ne sento il bisogno (Svevo diceva che 'la vita sarà letteraturizzata'; "e ora che sono io? Non colui che vissi ma colui che descrissi"). La scrittura è mia buona amica e sa aiutarmi in molte occasioni (come anche, e forse di più, la lettura!). E raramente scrivo anche qualcosa di più... 'letterario', diciamo cosi, ma davvero in rarissime occasioni.

Riscrivici quando vuoi, mi farà molto piacere risponderti!! Un caro saluto,
a presto!

Corin

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