Questioni e dubbi religiosi

Domanda

#863 Il 07/07/2017 Mauro di 42 anni ha scritto:
Salve, da anni mi chiedo (fra L'altro): se Gesú, pur potendo fuggire, nel Getsemani, si consegnò alla morte certa, perché sapeva che quella era la volontà del padre e se avere FEDE (ossia la FIDUCIA nell'esistenza della vita eterna) significa affidarsi integralmente al signore e accettare qualsiasi cosa egli scelga per noi, anche se non ci piace, anche se ciò significa il sacrificio estremo, come fece Gesù... ebbene: perché tutti i cattolici (anche i papi), quando hanno un male grave, mortale (ossia quando dio manifesta in modo evidente la volontà di far cessare la vita terrena di una persona) non seguono l'insegnamento di Gesù e vanno da un dottore a farsi curare (con chemioterapie e altri ritrovati della tecnologia)
Se dio ha sacrificato suo figlio per darci il buon esempio, per insegnarci cosa è la vera fede, così liberandoci dal peccato... perché nessun cattolico segue l'insegnamento di Gesù?
Peraltro, mi è stato detto (quando andavo dalle suore) che la vera vita non è quella materiale, ma quella spirituale, in paradiso... ma allora un cattolico non dovrebbe essere contento quando dio lo chiama a sé e pone finalmente termine a questa (inutile) attesa terrena?
Perché i cattolici si ribellano alla volontà del loro dio? E perché, se il dottore laureato in medicina al quale il cattolico malato si era rivolto  riesce a salvargli la vita, il cattolico ringrazia padre Pio, dio o altri santi? Se avesse voluto essere salvato da loro avrebbe potuto limitarsi alla preghiera, invece (evidentemente) non ha riposto abbastanza FIDUCIA nelle possibilità terapeutiche della preghiera e si è rivolto anche a un medico! Questa non è una mancanza di FEDE?
Grazie

La mia risposta:

Mauro, mi proponi una lunga riflessione. Vedo di darti alcuni spunti che io penso.
Gesù e il Padre non hanno scelto la morte in sè, ma di amarci fino in fondo anche a costo di dare la vita.
La FEDE-FIDUCIA in Dio è quella di sapere che Dio vuole sempre il nostro bene, specialmente quello ultimo, della vita eterna. Ma ciò non contraddice l'obbligo di aver cura del dono ricevuto, cioè la vita terrena, che è il tempo in cui noi impariamo ad amare Dio e il prossimo (perciò per niente tempo inutile di attesa).
Perciò ritengo giusto che un cristiano curi la sua salute per quanto possibile, senza accanimenti e cosciente che la vita piena è oltre la morte fisica. San Paolo dice in una sua lettera: "Io preferirei morire e andare con Cristo; però se posso essere utile a voi, accetto di restare in vita". E' vero che tanti cristiani non hanno una simile fede, ma ci sono anche i sereni di fronte alla morte...per fede.
ho assistito alla morte serena di un ottantenne che diceva alla moglie: "Non piangere; ci vedremo presto in paradiso".
Il buon esempio di Gesù non è quello di cercare la morte, ma di amare totalmente fino ad accettare la morte per dire che ama davvero.
Da questo amore ha origine la Risurrezione.

don Nereo