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Il sogno di Daniel

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C'era una volta.. no, ehm, non così tanto tempo fa!
Insomma questa è la storia del sogno di Daniel, ma Daniel, non sono io.

Io sono Rex, non sono un commissario ma sono un calzino.
Non di quelli puzzolenti di voi umani pestiferi che continuate a mettere giorni e giorni fino a che non si vede la muffa.
Io sono un gentilcalzino e sono perfettamente pulito.

Daniel non mi ha mai indossato, perché l'altro calzino simile a me lo aveva perso, e andare in giro con le calze diverse non lo avrebbe fatto sentire molto a suo agio, ma sopratutto sarebbe stata un'ottima occasione dei bulletti per prendersi gioco di lui, e non lo tollerava.

Ma non è una fiaba triste e io non lo sono per nulla!
Stare in questo cassetto mi ha dato l'opportunità di imparare molto, ma sopratutto di custodire la cosa più preziosa per Daniel, e per ogni bambino. Il suo sogno.

I sogni si sa, stanno nei cassetti. In genere i sogni più snob se ne vogliono stare da soli, ma il sogno di Daniel non era snob; era solo particolarmente timido e riservato, ma abbiamo stretto presto amicizia.

Il sogno di Daniel, un giorno, l'ho trovato in un angolo remoto in fondo al cassetto, che singhiozzava.
Diceva che Daniel, non lo voleva più.
Diceva che Daniel aveva smesso di sognare.

Non era esattamente così, possiamo convincercene, ma non si smette mai veramente di sognare, anche in piccolo e di rado. Ma sembrava proprio che per quel sogno, non ci fosse speranza.

Ma io conoscevo quella situazione, stavo in quel cassetto da anni, e allora chiamai una mia amica esperta in materia. Lei era la volontà, quel determinato stimolo che ti fa proseguire un obiettivo anche quando sembra non ci sia nulla da fare, e credevo che ciò potesse aiutare il piccolo sogno. Ma non c'era modo. La volontà non stava funzionando!

Forse perché era sola a dover far funzionare le cose.. Così come stamattina, mi è sembrato di sentire Daniel parlare della stessa cosa. Era solo e sentiva che il peso della squadra.. squadra? Ecco, il sogno di Daniel!
Diventare capitano della sua squadra di calcio!

Ultimamente però qualcuno non aveva voglia di allenarsi prima di scendere in campo, per poi arrivare impreparati alla vera e propria partita.

Allora io che sono un calzino intelligente, ho raggruppato le persone che conoscevo più adatte.
Oltre al sogno stesso e alla volontà, si aggiunsero l'empatia e l'amicizia, due valori che ritengo fondamentali.

Il giorno dopo, Daniel torno al campo e avendo queste nuove capacità, fu in grado di far capire alla squadra di essere un bravo capitano, e che dovevano impegnarsi se volevano arrivare alla finale. E l'empatia, come un lungo filo, legò con uno stretto nodo tutti i giocatori, in modo che gli altri valori come l'amicizia e la volontà, si potessero diffondere fra tutti grazie al filo che li univa.

Come lo so?
Ah, dimmelo tu, io sono solo un calzino!

E tu? Cosa pensi di questa favola? Secondo te ci sono altri valori che Daniel poteva utilizzare?

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