Il Gomitolo


Fiabe e racconti

Al tempo delle fate

Racconto scritto da don Nereo

Le fate vivevano a gruppi nel folto delle foreste o in grotte nelle valli e sui monti e da lì volavano veloci a soccorrere tutti i bambini del mondo con le loro magie. Così se un piccino era ammalato, correvano con le loro polverine magiche vicino al suo lettino, spesso nel buio della notte, per farlo guarire. In questi casi, spesso si mascheravano vestendosi da medico, dandogli la medicina con un sorriso incoraggiante, e magari cantandogli una ninna nanna per invitarlo ad un buon sonno. Se un altro bambino era in pericolo, come un volo di leggere farfalle andavano a prenderlo per mano. Se, cadendo, si sbucciava un ginocchio, con un tocco delicato della mano fasciavano la ferita con petali di rosa e, sorridendo, facevano tornare il sorriso anche sul suo visetto e nei suoi occhi lacrimosi tornava la serenità.

Quando un bimbo non aveva voglia di mangiare, di dormire, di andare a scuola... le buone fatine arrivavano sempre con il rimedio adatto.

Se tra fratellini o tra amichetti bisticciavano, come purtroppo capita spesso, arrivava una fatina con le parole giuste per calmare gli animi e far ritrovare la pace e la gioia. In qualsiasi situazione o necessità non mancava mai l'arrivo di una buona fatina, dai capelli turchini o biondi o neri. Erano tutte giovani, bellissime, gentili, pazienti, buone e...meravigliose.

Ma c'era un piccolo inconveniente: per arrivare dai bambini dovevano fare corse e voli velocissimi.

Un giorno Dio ci pensò su e pensò di correggere questo inconveniente delle sue splendide fate. Disse loro:
"Sentite un po': perché ognuna di voi non prende in consegna un bambino o una bambina e state loro sempre vicine? Così sarete sempre pronte."

Così fecero. E ogni bambino imparò a chiamare la sua fatina...
"Mamma".

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